Si accende la crisi tra Doha e il resto del fronte sunnita: stamattina l’Egitto ha chiuso i propri cieli, seguiranno Bahrain e Arabia Saudita. E dagli Emirati Arabi non passa più l’alluminio per le costruzioni
della redazione
Roma, 6 giugno 2017, Nena News – “La scelta strategica dello Stato del Qatar è risolvere qualsiasi disputa attraverso il dialogo. Sulle ragioni di questa escalation, sinceramente, non conosciamo i reali motivi della crisi”. Così ieri sera Mohammed Bin Abdulrahman al Thani, ex ministro degli Esteri e membro della famiglia reale, ha discusso con al Jazeera la rottura con i paesi vicini.
Il giorno dopo l’implosione dei rapport tra Golfo e Qatar e la chiusura dei confini, questa mattina i paesi coinvolti annunciano ad uno a uno la chiusura del proprio spazio aereo ai voli da Doha. Ha cominciato l’Egitto, Bahrain e Arabia Saudita dovrebbe seguire a breve. Non solo i voli qatariori non potranno atterrare negli hub vicini, i più trafficati, ma dovranno allungare considerevolmente le tratte verso il resto del mondo per non violare gli spazi aerei degli ex alleati.
Poco fa la Qatar Airways ha annunciato la cancellazione di tutti i voli da Bahrain, Egitto e Emirati Arabi (quelli dall’Arabia Saudita erano stati sospesi ieri) a data da destinarsi.
La sospensione delle relazioni con l’emirato non è rientrata nonostante gli appelli di Doha al dialogo. Ai cittadini qatarioti presenti nel resto del Golfo sono state date due settimane per andarsene, mentre cresce il timore tra gli egiziani – presenti per lavoro – in Qatar che temono ripercussioni da parte delle autorità isolate dal resto del fronte sunnita. I diplomatici qatarioti hanno invece ore per lasciare i paesi vicini. E se al Jazeera, gigante dell’informazione del mondo araba legata al Qatar, è stata chiusa in Arabia Saudita, Riyadh ha fatto sapere che i cittadini qatarioti non subiranno alcuna restrizione per i tradizionali pellegrinaggi alla Mecca.
A fianco di Doha resta solo la Turchia, come Doha sponsor di quei Fratelli Musulmani che ufficialmente hanno provocato la rottura: stamattina il presidente Erdogan ha parlato al telefono con i leader di Qatar, Kuwait (molto più morbido verso Doha), Russia e Arabia Saudita per avviare una fase negoziale. Ieri sera l’emiro del Kuwait, Sabah al Ahmad al Jaber, ha chiamato l’omologo qatariota, Tamim Bin Hamed al Thani, chiedendo di evitare un’escalation diplomatica con il Golfo e di tornare presto a relazioni normali.
Ma fa capolino anche l’Iran che ha offerto sostegno all’emirato del Qatar, soprattutto sotto forma di beni alimentari vista la chiusura dei confini verso i paesi che sono generalmente in naturali transiti delle esportazioni di un paese che compra da fuori il 90% del cibo che consuma.
Quel confine è importante anche per il passaggio di materiali di costruzione, necessari per i lavori in corso in vista del Mondiale di Calcio del 2022: questa mattina, fa sapere la compagnia norvegese Norsk Hydro, in joint venture al 50% con il Qatar, sono state bloccate le esportazioni di alluminio verso Doha dagli Emirati Arabi. È attraverso il porto di Jebel Ali che transitano, infatti, buona parte dei container di alluminio.
È lì che il resto del Golfo intende colpire, sul fronte economico: il Qatar è un paese piccolo ma ricchissimo di gas e petrolio, che possiede consistenti quote azionarie di società e multinazionali in ogni angolo del globo, ma che allo stesso tempo non ha alcun tipo di produzione interna se non quella energetica.
Il Qatar, però, non intende accettare l’isolamento imposto dal Golfo e accusa – in una nota del consiglio dei ministri – i vicini di voler “spingere il paese a rinunciare alla propria sovranità” attraverso “provvedimenti ingiustificati che si basano su voci, presunzioni e accuse false, [attraverso] una campagna mediatica ampia”.
A monte sta la faida tra Doha e Riyadh, le due super potenze locali, giganti economici con posizioni parzialmente diverse su alcune questioni chiave del Medio Oriente. Se entrambe hanno acceso fianco a fianco i conflitti regionali, infiammando la Siria attraverso il finanziamento di gruppi jihadisti e devastando lo Yemen con una guerra senza fine, il sostegno che il Qatar riconosce alla Fratellanza Musulmana ha permesso alla leadership saudita di lanciare l’attesa campagna di resa dei conti. Nena News