La nostra consueta rubrica settimanale sull’Africa vi porterà anche in Ruanda dove i procuratori ruandesi hanno chiesto una condanna a 22 di reclusione per la candidata dell’opposizione Daine Rwigara per “istigazione all’insurrezione e falsificazione di documenti elettorali”
di Federica Iezzi
Roma, 10 novembre 2018, Nena News –
Madagascar
Iniziato il conteggio dei voti delle recenti elezioni presidenziali in Madagascar.
36 i candidati che si contendono la guida dell’isola dell’Oceano Indiano, negli ultimi anni attanagliata nella morsa dell’instabilità politica. Solo lo scorso maggio, l’esercito ha minacciato di subentrare tra enormi proteste di piazza. Tra i principali candidati il presidente uscente Hery Rajaonarimampianina e i suoi due maggiori rivali, gli ex presidenti Marc Ravalomanana e Andry Rajoelina. Temi ricorrenti su ogni lista politica hanno compreso la creazione di posti di lavoro, l’impegno politico contro la povertà e contro la corruzione, l’accelerazione di una ripresa economica. Secondo un rapporto della Banca Mondiale, oltre l’80% della popolazione vive in condizioni di povertà. Nonostante l’accalcamento della gente nei seggi, non sono state rilevate anomalie nei sondaggi, secondo il capo della missione di osservazione dell’Unione Europea.
L’affluenza alle urne sembrerebbe essere attorno al 40%.
I risultati provvisori sono attesi entro il 20 novembre, dati che dovranno poi essere confermati dall’Alta Corte Costituzionale entro il 28 novembre.
Ruanda
I procuratori rwandesi hanno chiesto una condanna a 22 anni di reclusione contro la candidata dell’opposizione Diane Rwigara. Rwigara è stata accusata di istigare l’insurrezione e falsificare documenti elettorali. Ha negato di aver falsificato le firme sui documenti elettorali nel tentativo di conquistare un posto nel ballottaggio presidenziale dell’anno scorso, un’accusa che secondo lei è stata progettata per far deragliare la sua sfida a Kagame.
La candidata, 37 anni, ha tentato invano di concorrere contro l’attuale presidente Paul Kagame nelle elezioni presidenziali del 2017.
La donna è stata arrestata con sua madre e sua sorella, poi rilasciata su cauzione nell’ottobre 2017.
Marocco
Il re Mohammed VI del Marocco ha espresso la sua disponibilità a tenere colloqui con la vicina Algeria, rivale regione da lungo tempo.
Il re reputa il dialogo necessario a superare le differenze transitorie e oggettive che impediscono lo sviluppo delle relazioni tra i due Paesi, per questo ha proposto l’istituzione di un meccanismo di consultazione politica congiunta.
Rabat dunque sembrerebbe disposta a prendere in considerazione le iniziative, portate avanti da Algeri, per rompere lo stallo politico e ristabilire i legami completi, compresa la riapertura delle frontiere terrestri.
Il confine tra Marocco e Algeria, che si estende per circa 1.600 chilometri, è una delle frontiere chiuse più lunghe al mondo. L’Algeria ha chiuso il confine con il Marocco nel 1994, dopo che Rabat ha imposto regolamenti sui visti ai visitatori algerini sulla scia di un attacco mortale all’Atlas Asni hotel di Marrakech.
Il discorso di Mohammed VI arriva nel 43° anniversario della Green March, quando migliaia di marocchini marciarono sul Sahara Occidentale, chiedendo la fine dell’occupazione spagnola del territorio marocchino. Mentre il governo spagnolo cedette volontariamente il controllo dell’area nel 1975, il Fronte Polisario, un movimento secessionista sostenuto dall’Algeria, iniziò a chiedere il diritto all’autodeterminazione. Rabat al contrario sostiene che il territorio è parte integrante del Paese.
Il Marocco accusa l’Algeria di sostenere l’Iran nella faida del Sahara occidentale. Questo è stato il principale motivo di contesa nei rapporti tra i due stati, entrambi membri fondatori dell’Unione del Maghreb arabo, comprendente anche Mauritania, Tunisia e Libia. Nena News
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