Nel consueto appuntamento del sabato dal continente africano andiamo anche in Kenya, dove la rottura di una diga ha ucciso più di 40 persone e in Lesotho, dove ha aperto il primo centro oncologico pubblico
di Federica Iezzi
Roma, 12 maggio 2018, Nena News
Repubblica Democratica del Congo
Confermati i primi due decessi in Repubblica Democratica del Congo legati all’infezione da virus ebola. L’annuncio del ministro della Salute Oly Ilunga è giunto giovedì dalla città di Bikoro, nel nord-ovest del Paese. Sono già iniziate le manovre di isolamento dei pazienti con sintomi clinici dubbi. Senza misure preventive il virus ha la potenzialità di diffondersi rapidamente, toccando punte del 90% tra i contagi.
Secondo quanto dichiarato dal National Institute of Biological and Bacterial Research, gli esperti sanitari dovrebbero essere in grado di contenere questo focolaio perché l’attuale area colpita è remota.
Nelle ultime cinque settimane, ci sono state 21 sospette febbri emorragiche virali nella zona dell’Ikoko Iponge, compresi 17 decessi. Questa è la nona epidemia di ebola nel paese dal 1976. Nessuna delle epidemie di ebola nella Repubblica Democratica del Congo è stata collegata alla massiccia epidemia in Guinea, Liberia e Sierra Leone iniziata nel 2014 e che ha causato più di 11mila morti.
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Sud Sudan
Una fazione di opposizione controllata da Riek Machar, vice presidente del Sud Sudan, il Sudan People’s Liberation Movement – In Opposition (Splm-Io), si unirà al partito di governo, il Movimento di Liberazione del Popolo del Sudan (Splm). L’annuncio arriva alla vigilia dei colloqui di pace, programmati nella vicina Etiopia il prossimo 17 maggio.
La mossa dovrebbe rafforzare la posizione del governo del presidente Salva Kiir. L’Splm si frammentò in diversi gruppi durante la rovinosa guerra civile scoppiata nel dicembre 2013, due anni dopo l’indipendenza del paese dal Sudan, quando le forze leali a Kiir iniziarono a combattere contro Machar.
I precedenti tentativi di pace sono falliti, con un cessate il fuoco firmato lo scorso dicembre che si è frantumato in poche ore e l’ultimo round di colloqui di pace di febbraio che si è concluso in uno stallo. La guerra ha ucciso decine di migliaia di persone e costretto un quarto dei 12 milioni di persone nelle loro case. Più della metà della popolazione ha bisogno di aiuti alimentari secondo i dati delle Nazioni Unite.
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Lesotho
Il Lesotho ha investito grosse cifre per il trattamento dei tumori in ospedali fuori dal proprio territorio, ma il tasso di mortalità, a causa dei ritardi nella cura, continua a crescere. Ciò ha spinto il governo alla creazione di un proprio centro oncologico mediante l’assistenza dell’India.
Secondo il ministero della Salute è imperativo fornire i migliori servizi sanitari ai pazienti e ampliare l’accesso alle strutture sanitarie anche nelle aree rurali. Secondo la dichiarazione di Abuja i governi africani sono stati invitati a stanziare nella sanità il 15% del bilancio nazionale. Il Lesotho è fermo all’11,8%, che quasi per intero vanno al Queen ‘Mamohato Memorial Hospital’ e alle cliniche affiliate al Christian Health Association.
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Kenya
Almeno 50 persone sono state uccise nella Rift Valley del Kenya dopo la rottura della diga di Patel a Solai, nella contea di Nakuru, in seguito a settimane di piogge torrenziali che hanno costretto centinaia di persone ad abbandonare le proprie case. Quaranta persone sono state salvate, molte altre rimangono ancora intrappolate.
Quasi un intero villaggio è stato travolto dal fango e dall’acqua, secondo quanto dichiarato da Gideon Kibunja, il capo della polizia della contea incaricato delle indagini penali. Almeno 130 persone sono morte e più di 225.000 sono gli sfollati nel paese per le inondazioni causate dalle piogge stagionali. Nena News
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