Nella tradizionale rubrica del sabato andremo anche in Costa d’Avorio dopo l’appello accolto dalla Corte Penale Internazionale contro l’ex presidente Gbagbo accusato di crimini di guerra e in Malawi dove si torna al voto a seguito dell’annullamento delle elezioni del 2019
di Federica Iezzi
Roma, 4 luglio 2020, Nena News
Costa d’Avorio
Ricevuto dalla Corte Penale Internazionale (Icc) un appello della procuratrice capo del tribunale delle Nazioni Unite contro l’assoluzione dell’ex presidente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, per l’accusa di crimini contro l’umanità.
Fatou Bensouda ha dichiarato, nella sua richiesta di appello, che la Corte ha commesso un errore nel assolvere Gbagbo e il suo braccio destro, Charles Ble Goude, dalle accuse di violenza post-elettorale, nella caotica nazione dell’Africa occidentale nel 2010-2011, in cui morirono circa 3mila persone.
Gbagbo, ex primo ministro ivoriano, è stato processato dall’Icc, trascorrendo otto anni dietro le sbarre dell’Aia. La stessa Icc il mese scorso aveva permesso a Gbagbo, 75 anni, di lasciare il Belgio, dove era stato ospitato in condizioni rigorose dalla sua liberazione dall’Aia.
L’Ivorian Popular Front (Fpi) di Gbagbo ha invitato l’attuale presidente della Costa d’Avorio Alassane Ouattara a dialogare sul suo eventuale ritorno nel Paese.
Gbagbo tecnicamente rischia di essere recluso in Costa d’Avorio dopo essere stato condannato in contumacia a 20 anni da un tribunale ivoriano, per il saccheggio della filiale locale della Central Bank of the West African States (Bceao), durante il periodo post-crisi elettorale.
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Malawi
Si riapriranno i seggi in Malawi dopo un voto presidenziale caldamente contestato, per l’annullamento della rielezione di Peter Mutharika.
Le votazioni sono molto attese dopo che la Corte Costituzionale all’inizio di quest’anno ha decretato che le elezioni del maggio 2019, vinte da Mutharika con il 38% delle preferenze, erano irte di irregolarità gravi e diffuse. Sono circa 6,6 milioni, le persone chiamate al voto.
Le prossime elezioni rappresentano praticamente una corsa a due cavalli tra il presidente e il suo principale rivale Lazarus Chakwera. Questa elezione è nata da una sentenza del tribunale e seguirà il sistema del 50% più uno.
Chakwera, 65 anni, gode del sostegno di nove partiti politici nel suo tentativo di rovesciare il presidente in carica. Gift Trapence of the Human Rights Defenders Coalition, che ha guidato proteste in tutto il Paese per mesi contro i risultati elettorali dell’anno scorso, ha grandi speranze sulle prossime elezioni.
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Repubblica Democratica del Congo
Il governo della Repubblica Democratica del Congo ha ufficialmente dichiarato la fine dell’epidemia di Ebola scoppiata nell’est del Paese nell’agosto 2018 e che ha ucciso più di 2.200 persone.
L’ultima epidemia è stato la più lunga, la più complessa e la più mortale nei 60 anni di storia della Repubblica Democratica del Congo, secondo quanto dichiarato dal ministro della Salute Eteni Longondo, seconda solo all’epidemia di Ebola del 2013-2016 nell’Africa occidentale che ha ucciso 11.300 persone.
Affinché il focolaio epidemico di Ebola sia ufficialmente concluso, non devono essere segnalati nuovi casi per 42 giorni, il doppio del periodo di incubazione del virus, responsabile della febbre emorragica.
L’epidemia nel Paese è stata dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a luglio 2019 come un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale, data la stretta vicinanza dell’epicentro con i vicini Ruanda e Uganda.
L’area più colpita è stata il Nord Kivu, provincia oppressa da forze armate ribelli e violenza etnica. L’ultimo focolaio si è concentrato su Mbandaka, un hub di trasporto sul fiume Congo nella provincia di Equateur.
Sono stati introdotti due vaccini sperimentali, già ricevuti da 320mila persone. Nena News
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