Due attentati in meno di 24 ore hanno causato oltre 30 vittime nei pressi di Baghdad tra ieri e oggi. 8 morti a Damasco (per colpi di mortaio lanciati dai ribelli), un bambino di due anni è stato ucciso presumibilmente ad Aleppo da raid russi o del governo siriano. Fonti vicine agli islamisti sostengono che an-Nusra è pronta a rompere i legami con al-Qa’eda
della redazione
Roma, 25 luglio 2016, Nena News – Sono più di 30 le vittime di due attentati avvenuti in Iraq tra ieri e oggi. Stamane un attentatore suicida si è fatto esplodere con la sua macchina a un check point nella cittadina di Khalis, 80 chilometri a nord di Baghdad. Secondo quanto riferiscono fonti militari, l’esplosione avrebbe ucciso almeno 14 persone (8 poliziotti e 6 civili). I feriti sono 41. L’attacco non è stato al momento rivendicato da nessun gruppo, ma vista la modalità con cui è stato compiuto l’attacco, tutto lascia supporre che sia responsabilità dell’autoproclamato Stato Islamico (Is). Stato Islamico che ieri ha compiuto e rivendicato un attentato suicida nei pressi di Baghdad in cui sono rimaste uccise almeno 20 persone (i feriti sono più di 30).
Gli ultimi attentati dimostrano quanto siano ancora inconsistenti le misure di sicurezza annunciate qualche settimana fa a gran voce dal premier al-Abadi in seguito ad un recente attacco suicida rivendicato dall’Is in cui sono rimaste uccise oltre 200 persone. In questo clima di instabilità, a prendere parola è stato nuovamente il noto religioso sciita Moqtada al-Sadr che ha lanciato una nuova minaccia ai soldati stranieri presenti in Iraq. Dopo aver minacciato gli statunitensi, ieri al-Sadr ha detto che anche i militari britannici e i loro consiglieri saranno considerati dai suoi umani come “nemici e occupanti”. “Noi – ha aggiunto la guida religiosa irachena – ci siamo combattuti tra di noi e, facendo così, abbiamo reso più facile al nemico l’occupazione [della nostra terra]. Tuttavia non ci umilieranno”. Le parole di al-Sadr seguono l’annuncio fatto a inizio mese dal segretario alla difesa statunitense Ash Carter secondo cui Washington manderà in Iraq altri 560 soldati per aiutare l’esercito iracheno a ricatturare la città di Mosul da due anni sotto il controllo dello Stato Islamico. Con questi nuovi rinforzi, sale a 4.650 il numero dei soldati a stelle e strisce impegnati nel contesto iracheno.
Ma si muore (e tanto) anche in Siria. Ieri alcuni missili lanciati dai ribelli siriani hanno colpito alcuni distretti nel centro di Damasco causando almeno 8 vittime. Gli attacchi, denuncia l’Osservatorio dei diritti umani vicino all’opposizione, avevano fatto seguito ai raid aerei compiuti sabato da aerei russi o dal governo siriano su quattro ospedali di fortuna nel quartiere ash-Sha’ar di Aleppo. A perdere la vita in uno dei bombardamenti, riferisce l’Associazione dei dottori indipendenti (IDA), è stata un bambino di due anni. Imprecisato il numero dei feriti. Gli attacchi a strutture sanitarie non sono una novità in Siria: secondo l’Organizzazione della sanità mondiale, nel 2015 il Paese ha registrato 135 attacchi contro ospedali e cliniche classificandosi al primo posto nella poco invidiabile classifica degli stati del mondo più insicuri per gli operatori sanitari.
Dal punto di vista politico e militare, intanto, alcune fonti riferiscono che il fronte an-Nusra potrebbe staccarsi da al-Qa’eda. A dare la notizia è stato ieri l’analista Charles Lister citando una fonte anonima islamista di alto grado. Una separazione che è stata benedetta nell’ultimo periodo anche dal noto religioso radicale Abu Mohammed al-Maqdisi. al-Maqdis, riporta il britannico The Times, avrebbe dichiarato che “separarsi da al-Qa’eda non è apostasia quando è necessario”. Una notizia che, qualora fosse confermata, aprirebbe scenari nuovi nel contesto politico e militare siriano: allontanandosi almeno a parole dal brand qa’edista (terrorista per l’Occidente), an-Nusra potrebbe ottenere quella legittimazione politica da parte della coalizione anti-Is spendibile sia militarmente (non sarebbe più soggetta ai raid occidentali), ma anche politicamente (acquisire più rilevanza tra gli altri gruppi ribelli). Nena News