Nella traccia “The Holy Land” l’artista Plaza mostra la vita tra Palestina e Israele, le tre religioni, l’assenza di pace e giustizia. Guarda il video, girato tra Gerusalemme e Cisgiordania.
di Andrea Piazza – Plaza
Roma, 28 febbraio 2015, Nena News – Ero in Jamaica a Kingston, nello Shengen Studio di Alborosie e avevamo appena deciso che quella traccia sulla Terra Santa, appena finita d’incidere, sarebbe stata il primo singolo che sarebbe uscito, dal progetto PLAZA.
Cominciai a ragionare su un videoclip, su delle immagini che accompagnassero il testo forte, per una tematica forte, per un conflitto ormai, lungo e molto dibattuto. Nel 2010, ero già stato a Gerusalemme, a trovare una coppia di miei amici che abitavano lì. Le sensazioni e le convinzioni si erano molto ibridate. Tutte le certezze e sicurezze che avevo sulla questione, si erano mischiate, per fortuna, con la realtà. Che si, supera sempre la fantasia e le decisioni che ti imponi.
Mi decisi a tornare, a novembre 2014, a Gerusalemme, stessi amici, stessi luoghi, ma con due scopi/sogni precisi, girare il videoclip di “The Holy Land” e suonare live in una terra che tanto mi aveva stupito, tanto mi aveva dato.
La canzone d’altronde ha un messaggio molto chiaro. Prima di perderci in analisi e giudizi su responsabilità, dinamiche e conseguenze, bisogna fermare le violenze. Bisogna fermare l’odio e la cultura che ne scaturisce.
Quindi mi trovo a Gerusalemme, un paio di settimane dopo, con un Operatore video, Ashraf Dowani, ed il regista del video, Marco Giallonardi, pronti per dare inizio alle riprese di “The Holy Land”. Giriamo molto, nel quartiere arabo della città vecchia, nel quartiere cristiano, nel quartiere ebraico ed il muro del Pianto. Giriamo a Betlemme, Ramallah, ed al checkpoint di Qalandiya, con i famosi murales su Barghouti.
Nei 3 giorni di riprese abbiamo immortalato tutto quello che ci capitava a tiro, persone, luoghi, impressioni, senza tentare di dargli un senso dai nostri occhi che guardavano. Ci siamo ritrovati itineranti in delle cose, che per scelta, non cercavamo, immortalavamo e basta.
Durante le riprese, l’ultimo giorno, purtroppo eravamo molto vicini all’attacco alla sinagoga dove persero la vita 5 persone, il giorno prima a quello di un gruppo di coloni in Cisgiordania. Questo ha decisamente bloccato i nostri movimenti all’interno della città vecchia ed i droni, sulle nostre teste, ci hanno tenuto compagnia per lungo tempo. Ma ci ha permesso di rimanere in città vecchia di Gerusalemme, per un po, il tempo di riprendere i volti ansiosi e le domande delle persone bloccate come noi.
L’ultimo giorno di riprese mi ha permesso di realizzare anche l’altro sogno, quello di suonare in Cisgiordania, con la mia voce e la mia chitarra. Ok, prestata, ma insomma…Il locale è Hoshe Jasmin, fattoria Organica palestinese, nell’enclave cristiana di Beit Jala. Mazen, il proprietario ha montato un palchetto di legno, sormontato da tende berbere, un po fatiscente ma con molta atmosfera. Il concerto inizia alle 22, molte amiche/ci tra il pubblico, molti internazionali, molti palestinesi.
Ringrazio ancora chi, per due ore ha sostenuto le mie composizioni con battiti di mani, sorrisi, domande. Finiamo questi 4 giorni in Terra Santa, con una bellissima versione acustica di “The Holy Land”, cantandola ormai tutti insieme, sentendoci per un attimo pacificati, contenti. E’ gia un inizio. Stop the fight!
GUARDA IL VIDEO:
caro cantante … ti sei dimenticato anche tu di Gaza.
Perché lo hai fatto?
la Palestina è una!