Damasco sarebbe ormai a 40 chilometri dalla “capitale” dell’autoproclamato Stato Islamico. Attacco suicida vicino a Baghdad: 6 morti. Continua la sofferenza dei civili siriani e iracheni
della redazione
Roma, 4 giugno 2016, Nena News – Una violenza inarrestabile in Siria e Iraq. Un nuovo attacco suicida ha avuto luogo stamane nei pressi di Baghdad: un attentatore si è fatto saltare in area nei pressi del checkpoint di Tarmiya a pochi chilometri a nord della capitale irachena. Secondo fonti della polizia locale, nell’attentato sono morte sei persone ( 4 erano soldati) e ne sono rimaste ferite 15. L’attacco sembrerebbe essere opera dell’autoproclamato Stato Islamico (Is).
Ma si muore anche vicino a Fallujah, l’importante città irachena a 50 km a ovest di Baghdad che le autorità locali stanno provando a strappare dal controllo dell’Is da circa due settimane. Una esplosione ha colpito ieri un gruppo di civili che provavano a fuggire dalle violenze in corso nell’area provocando la morte di due persone. Secondo fonti di polizia, l’attacco è stato compiuto dall’autoproclamato Stato Islamico (Is), sebbene tuttora non si capisca se si sia trattato di un attacco suicida o se sia stata una bomba ad aver causato l’esplosione. Quanto accaduto ieri riporta al centro dell’attenzione il dramma dei 50.000 civili intrappolati in città sotto minaccia del fuoco dei soldati iracheni e dei miliziani jihadisti.
Secondo alcune associazioni umanitarie solo 12.000 persone sarebbero riuscite a mettersi in salvo grazie ai corridori umanitari predisposti dal governo. Ma soprattutto mettendo a repentaglio la propria vita come mostra un video postato ieri su Internet (la cui veridicità non è ancora verificabile) che riprende un centinaio di civili attraversare l’Eufrate grazie a due imbarcazioni di fortuna che fanno la spola tra le due sponde del fiume. La fuga disperata dei civili giunge mentre si intensificano gli scontri nei pressi della città. Il premier iracheno al-Abadi ha detto la scorsa domenica che ci sarebbero voluti due giorni per entrare a Fallujah. Tuttavia, questa settimana ha espresso i suoi timori che i jihadisti possano usare come scudi umani i cittadini rimasti in città e ha pertanto giustificato i ritardi dell’avanzata.
Situazione umanitaria difficile anche in Siria. Ieri l’Onu ha riferito che Damasco ha acconsentito all’ingresso di aiuti in 12 aree assediate da giugno. Il sottosegretario dell’Onu per gli affari umanitari, Stephen O’Brien, ha detto si è detto “estremamente preoccupato” per quanto accade nelle cittadine di Marea e Sheikh Issa (dove avanzano le forze jihadiste dell’Is), nella zona orientale di Aleppo e a sud nel governorato di Da’ra.
Ieri 45.000 persone sono tornate a mangiare a Moadamiyeh alla periferia di Damasco grazie all’accordo governo-Onu e aiuti umanitari hanno fatto il loro ingresso per la prima volta in quattro anni a Daraya dove, sostiene l’Onu, i residenti hanno “bisogno assoluto di medicinali e cibo”. Secondo stime delle Nazioni Unite, sono 592.000 i siriani che vivono sotto assedio in Siria (la maggioranza dei quali assediati dalle truppe pro-governative). Altri 4 milioni vivono in aree difficili da raggiungere.
Continuano senza sosta i combattimenti. Ieri gli attivisti dell’associazione della difesa civile “Elmetti Bianchi” vicino all’opposizione hanno riferito che diversi raid governativi hanno ucciso 31 persone ad Aleppo. “10 erano civili uccisi in attacchi su autobus – denuncia l’associazione – gli altri sono stati colpiti in diversi quartieri della città”. Sale così drammaticamente il bilancio delle vittime degli scontri tra ribelli e truppe di Damasco: da aprile il numero ha superato abbandontantemente le 300 unità.
Intanto oggi l’esercito del presidente Bashar al-Asad, aiutato dai raid russi e secondo alcune fonti grazie al coordinamento tra Mosca e Washington, è avanzato per la prima volta dal 2014 verso la diga di Tabqa a 40 chilometri dalla città di Raqqa, la “capitale” siriana dell’Is.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, Ong di stanza a Londra e vicina all’opposizione nell’avanzata sono morti 26 jihadisti e 9 soldati. Nena News