Annunciata ieri la formazione del più grande blocco parlamentare iracheno. Includerà i principali leader politici locali: dai religiosi al-Sadr e al-Hakim, all’ex premier al-Abadi. Anche le minoranze religiose ne faranno parte. Esclusi, invece, i partiti curdi
della redazione
Roma, 3 settembre 2018, Nena News – È stata ufficializzata ieri la formazione del più grande blocco parlamentare iracheno. Costituito da 16 differenti liste elettorali, includerà i religiosi sciiti Moqtada al-Sadr (il vincitore delle elezioni) e Ammar al-Hakim, il premier uscente al-Abadi, il gruppo del vice presidente Ayad Allawi, diversi parlamentari sunniti e i rappresentanti delle minoranze turkmene, yazide e cristiane. In totale fanno 177 deputati che, considerati i 329 seggi complessivi del parlamento iracheno, vuol dire piena maggioranza. Il parlamento sarà convocato oggi per la prima volta per eleggere un nuovo presidente e per dare il via al processo che porterà alla formazione di un nuovo governo.
Tra gli esclusi dall’alleanza (molto probabilmente) governativa ci sono i gruppi curdi che ora provano a rispondere unendo le forze. Mala Bakhtiyar, capo dei delegati dell’Unione Patriottica del Kurdistan, ha detto infatti ieri che i due principali partiti curdi formeranno un blocco parlamentare che avanzerà un “progetto nazionale curdo”.
Gli iracheni hanno votato lo scorso maggio nelle prime elezioni da quando è stato sconfitto lo Stato Islamico (Is). Tuttavia, diverse proteste per presunti brogli elettorali hanno ritardato l’inizio della nuova legislatura. La situazione però è stata risolta lo scorso mese quando è stato completato il riconteggio manuale dei voti che ha confermato la vittoria del blocco di Sadr con 54 seggi (al gruppo appartengono anche i comunisti) e ha visto la lista del premier uscente al-Abadi classificarsi terzo con 42 deputati. L’unica leggera differenza rispetto ai risultati di maggio è stata rappresentata dal seggio in più attribuito all’Alleanza della Conquista, la formazione paramilitare pro-iraniana che si è riconfermata come la seconda forza del Paese.
L’incertezza per la mancata formazione del governo ha esacerbato le già alte tensioni che si vivono in Iraq dove mancano i servizi di base, il tasso di disoccupazione resta elevato e la ricostruzione post-guerra contro l’Is procede ancora a rilento. Emblematico quanto accaduto venerdì nella città meridionale di Basra dove una protesta contro la corruzione della classe politica e l’emarginazione di Baghdad del sud del Paese è terminata con violenti scontri tra manifestanti e polizia. Nena News