“Libertà, rivoluzione e femminismo”, grida Tahrir contro il codice di “condotta” del religioso sciita che accusa i manifestanti di “promiscuità e immoralità”. Ieri donne e uomini hanno marciato insieme, come fanno da ottobre, in risposta ai sadristi
della redazione
Roma, 14 febbraio 2020, Nena News – Migliaia di donne in piazza a Baghdad e nel sud, velate e senza velo, con fiori tra le mani, cartelli, bandiere irachene. Uomini in mezzo a loro o sostenerne i canti o intorno, a mo’ di anello che ne accompagnava la marcia. Ieri l’Iraq ha sfidato il leader religioso sciita al-Sadr e la sua ultima uscita sulla protesta popolare in corso dal primo ottobre scorso.
Dopo aver cambiato idea innumerevoli volte in merito, a seconda di quanto poteva essere più conveniente, al-Sadr è passato dal governo – di cui è parte, avendo vinto le elezioni del maggio 2018 – alla piazza per tornare in queste settimane al governo. Non ha solo richiamato i suoi dai presidi permanenti che avevano infiltrato ma li ha mandati a picchiare i manifestanti, a distruggere tende e a sgomberare i sit-in.
Domenica ha reso noto il suo personale codice di condotta per manifestanti, 18 punti che chi protesta per giustizia sociale e fine del sistema settario dovrebbe seguire. Tra questi la segregazione di genere: uomini e donne non stiano in piazza insieme o l’Iraq “sarà trasformata in Chicago”. E ieri lo ha detto di nuovo, accusando i manifestanti di “nudità, promiscuità, ubriachezza, immoralità”.
La risposta alle accuse di “immoralità” è arrivata ieri: mentre sui social il religioso veniva travolto da un’ondata di ironia, migliaia di donne, già presenti in grandi numeri nelle manifestazioni, i scioperi e i presidi con ruoli di primo piano nell’autogestione della protesta, marciavano a Baghdad e nelle città del sud insieme agli uomini, come fanno ininterrottamente dallo scorso ottobre. Rompendo un altro tabù.
“Chiunque accusi le donne di debolezza non capisce l’Iraq – dice all’Ap Baan Jaafar, una manifestante di 35 anni – Continueremo a difendere i nostri diritti con le manifestazioni e parteciperemo alle costruzione di un nuovo Iraq dopo”.
A Baghdad hanno marciato verso Tahrir Square, il cuore della mobilitazione popolare, il teatro del presidio che da mesi non smobilita nonostante le violenze di polizia, miliziani sciiti e sadristi. “Vogliamo proteggere il ruolo delle donne nelle proteste perché siamo come gli uomini – dice all’Afp la studentessa di farmacia Zainab Ahmad – Tentano di cacciarci via da Tahrir ma non torneremo più forti”.
Se la piazza si è stretta intorno a se stessa, con uomini e donne che cantano “Libertà, rivoluzione e femminismo”, le parole di al-Sadr restano pericolose perché seguito da milioni di persone e capace di mobilitarne decine di migliaia. Nena News