La nostra rubrica sul continente africano vi porta anche in Rwanda dove due dei leader politici dell’opposizione accusano il presidente francese Macron di ignorare la repressione politica e le violazioni dei diritti umani in atto nel Paese
di Federica Iezzi
Roma, 29 maggio 2021, Nena News –
Mali
Il vice presidente ad interim del Mali, il colonnello Assimi Goita, ha preso il potere del Paese dopo che il presidente del governo di transizione Bah Ndaw e il primo ministro Moctar Ouane, non lo hanno consultato sulla formazione del nuovo assetto amministrativo.
Il presidente e il primo ministro sono stati arrestati e portati in una base militare fuori dalla capitale Bamako, provocando una rapida condanna da parte delle potenze internazionali, che hanno gridato al ‘tentativo di colpo di stato’.
I due uomini erano a capo di un governo di transizione creato dopo un colpo di stato militare, lo scorso agosto, che ha rovesciato il presidente Ibrahim Boubacar Keita. Entrambi avevano il compito di sorvegliare il ritorno ad elezioni democratiche.
L’attuale situazione potrebbe aggravare l’instabilità nel Paese dell’Africa occidentale, dove gruppi armati legati ad al-Qaeda e ISIS controllano vaste aree del nord e del centro e agiscono con frequenti attacchi all’esercito governativo e ai civili.
Le Nazioni Unite, l’Unione Europea e i Paesi della regione del Sahel hanno condannato le azioni militari e hanno chiesto il rilascio immediato dei leader arrestati.
Rwanda
Due dei leader politici dell’opposizione rwandese, Victoire Ingabire e Bernard Ntaganda, accusano apertamente il presidente francese Emmanuel Macron di ignorare la repressione politica e le violazioni dei diritti umani in atto in Rwanda.
In un Paese, in cui i partiti politici sono banditi, i due maggiori critici del governo, Ingabire e Ntaganda, hanno trascorso parte della loro vita in esilio o in prigione. Human Rights Watch ha descritto le accuse contro i due leader come politicamente immotivate.
Macron ha incontrato il presidente rwandese Paul Kagame. E’ stata la prima visita ufficiale in Rwanda di un leader francese dal 2010 e rappresenta un passo nel disgelo diplomatico tra due Paesi a lungo in disaccordo sul ruolo della Francia nell’uccisione di circa 800.000 tutsi e hutu moderati, durante il genocidio del 1994.
Il presidente francese non esita a castigare pubblicamente i regimi dittatoriali, ma tace riguardo al governo autoritario e alle violazioni dei diritti umani da parte del Front Patriotique Rwandais, al potere in Rwanda.
Etiopia
Sono necessarie misure urgenti per evitare la carestia nella regione tormentata del Tigray in Etiopia. E’ questo quanto dichiarato da Mark Lowcock, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, in un briefing del Consiglio di sicurezza.
Giunto al settimo mese di un conflitto interno, si stima che il Tigray abbia perso migliaia di civili e lasciato circa cinque milioni di persone in urgente bisogno di aiuti umanitari. Sono due milioni gli sfollati interni.
Il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha guidato un’operazione militare terrestre e aerea nel Tigray all’inizio dello scorso novembre, dopo aver accusato l’allora partito al governo della regione settentrionale, il Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (TPLF), di aver condotto attacchi ai danni dell’esercito federale. Di contro il TPLF, che ha dominato la politica nazionale per decenni, fino a quando Abiy è salito al potere nel 2018, ha affermato che le forze federali, appoggiate dal governo eritreo, hanno lanciato un attacco coordinato contro la regione.
Nonostante un cessate il fuoco, combattimenti e abusi continuano, suscitando il timore di un conflitto prolungato con effetti devastanti sulla popolazione civile, tra cui un serio rischio di insicurezza alimentare, se l’assistenza non viene amplificata nei prossimi due mesi.
Nel frattempo, i gruppi umanitari hanno ripetutamente chiesto il pieno accesso alla regione, dove vivono almeno sei milioni di persone e dove lo spettro della carestia aleggia già da diversi mesi.
Lo scorso dicembre, il governo etiope aveva promesso accesso umanitario illimitato, ma ampie parti del Tigray, in particolare le aree rurali, sono ancora tagliate fuori a causa delle ostilità attive, secondo un aggiornamento dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA).
Secondo la World Peace Foundation, organizzazione statunitense di ricerca con sede presso la Tufts University in Massachusetts, aree del Tigray centrale, meridionale e sudorientale rimangono irraggiungibili a causa delle parti in conflitto, rendendo ampia e disastrosa l’entità dell’insicurezza alimentare, ingiustamente utilizzata come arma di guerra.
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