Ad annunciarlo è stato l’inviato dell’Onu nel Paese, Ismail Ould Shaykh Ahmad. I “negoziati completi” inizieranno domani sulla base della risoluzione 2216 che impone il ritiro degli houthi dalle zone occupate. Nella notte, intanto, un drone Usa avrebbe ucciso 3 leader di al-Qa’eda
della redazione
Roma, 27 aprile 2016, Nena News – Il governo yemenita e i ribelli houthi hanno raggiunto una intesa per un accordo quadro all’interno del quale discuteranno di sicurezza, di questioni politiche ed economiche. A riferirlo alla stampa è stato ieri l’inviato Onu in Yemen, Ismail Ould Sheykh Ahmed. Ahmed ha anche detto che i “negoziati completi” inizieranno domani sulla base della risoluzione 2216 che impone il ritiro degli houthi dalle zone occupate e il loro disarmo. Non è stata fissata una data limite entro cui bisogna raggiungere una soluzione finale – ha precisato l’alto diplomatico internazionale – ma gli incontri continueranno finché non sarà trovato un “accordo di pace definitivo”. “Non vogliamo ritornare [a casa] senza avere un intesa” ha promesso Ahmed che ha anche chiesto che tutte le questioni politiche vengano discusse in contemporanea da commissioni congiunte.
Due giorni fa i 15 membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu hanno sottolineato l’importanza di fissare una “roadmap” che garantisca l’implementazione delle misure di sicurezza. Tra le priorità fissate dalle Nazioni Unite vi è la messa al bando delle armi pesanti. Secondo quanto riferisce la stampa yemenita, a imprimere ieri una svolta ai negoziati – di fatto impantanati fino a lunedì – sarebbe stato l’emiro del Kuwait Shaykh Sabah al-Ahmad as-Sabah che avrebbe incontrato le due delegazioni separatamente chiedendo loro di trovare una intesa.
I negoziati per giungere ad una riappacificazione tra il governo yemenita (sostenuto dal blocco sunnita guidato da Riyad) e i ribelli sciiti houthi (appoggiati, seppur non pubblicamente, dall’Iran) sono iniziati giovedì in Kuwait. Gli incontri erano stati posticipati di qualche giorno a causa della denuncia dei ribelli del mancato rispetto, da parte dei lealisti del presidente Hadi, del cessate il fuoco concordato lo scorso 11 aprile. A sua volta Hadi ha accusato gli houthi di continuare ad assediare alcune città del Paese e di non permettere né il passaggio di aiuti umanitari né il rilascio dei prigionieri.
Nel Paese, intanto, forze di sicurezza yemenite e alcuni rappresentati delle tribù affermano che un raid compiuto stanotte da un drone statunitense nella città costiera di Zinjibar ha ucciso 3 importanti leader del ramo yemenita di al-Qa’eda (Aqap). Una delle vittime – sostengono gli ufficiali – era il responsabile finanziario dell’organizzazione jihadista. Approfittando del caos che regna nel Paese a causa della devastante guerra civile tra lealisti, ribelli houthi e i rispettivi alleati, Aqap è riuscita a conquistare ampie aree nel sud est dello Yemen. Da sabato, però, gli estremisti islamici appaiono in difficoltà a causa dell’ampia offensiva che l’esercito yemenita, con l’aiuto degli Emirati Arabi Uniti, ha iniziato contro di loro. Secondo fonti locali, i jihadisti si sarebbero ritirati domenica anche dalla loro roccaforte di Mukalla, capitale della regione dell’Hadramawt da mesi sotto il controllo di al-Qa’eda.
In poco più di un anno di guerra, sono più di 6.800 le vittime del conflitto yemenita. Circa 2.8 milioni gli sfollati. Nena News