L’offensiva militare contro la formazione radicale islamica, lanciata dal governo yemenita due giorni fa, sembrerebbe aver portato i primi frutti: le truppe dell’esercito sono entrate ieri a Mukalla (capitale dell’Hadramawt). Stallo, invece, nei negoziati di pace tra lealisti e ribelli houthi in Kuwait
Roma, 25 aprile, 2016, Nena News – Le truppe yemenite, sostenute dai caccia della coalizione sunnita a guida saudita, sono entrate nella città di Mukalla, capitale della regione dell’Hadramawt da mesi sotto il controllo di al-Qa’eda. “Siamo entrati nel centro della città e non abbiamo incontrato alcuna resistenza da parte dei miliziani qa’edisti che si sono ritirati ad ovest” ha dichiarato alla stampa un ufficiale dell’esercito yemenita che ha preferito restare anonimo. Secondo fonti militari, sarebbero stati proprio i residenti di Mukalla a chiedere agli integralisti islamici di “risparmiare la città” non combattendo. Al momento, però, le notizie non sono verificabili.
L’avanzata delle forze lealiste nella regione dell’Hadramawt rientra nella più ampia offensiva che le truppe yemenite – sostenute dal blocco sunnita – hanno lanciato due giorni fa contro i miliziani di al-Qa’eda. Approfittando del caos che regna nel Paese a causa della devastante guerra civile tra lealisti e ribelli houthi, infatti, la formazione radicale islamica è riuscita a conquistare ampie aree nel sud est dello Yemen. Un grosso contributo alla campagna anti-al-Qa’eda sta venendo dagli Emirati Arabi Uniti che stanno mettendo a disposizione del governo yemenita uomini e mezzi militari.
Poche ore prima dell’annuncio del suo ingresso in città, l‘esercito aveva detto di aver ripreso possesso anche dell’area petrolifera di Mina ad-Dhaba ad est, dell’aeroporto di Riyan e di una caserma militare nei pressi di Mukalla che il ramo di al-Qa’eda in Yemen (conosciuto come al-Qa’eda nella Penisola Araba, Aqap) controllava ormai da un anno. Secondo quanto riferisce un ufficiale della provincia di Shabwa, i qa’edisti si sarebbero ritirati anche dalla città di Azzan che avevano conquistato lo scorso febbraio. Aqap è ritenuta da Washington come la “filiale” più pericolosa dell’organizzazione radicale islamica ed ha rivendicato numerosi attacchi anche contro target occidentali al di fuori dello Yemen.
Combattimenti tra lealisti e qa’edisti si registrano anche in altre aree del Paese. Ieri una autobomba azionata dai miliziani islamici a Ziinjibar (capitale della provincia di Abyan) ha ucciso 7 soldati yemeniti e ne ha feriti altri 14. Il bilancio dell’offensiva lanciata dal governo contro Aqap due giorni fa parla al momento di 25 qa’edisti e 4 lealisti uccisi. Nonostante l’impasse militare registrato a Zinjibar, il governo può dirsi soddisfatto dei successi militari finora raggiunti. Alcune settimane fa, infatti, i qa’edisti sono stati allontanati dalla città meridionale di Aden, eletta dal presidente Hadi capitale temporanea dello Yemen (quella ufficiale, Sana’a, è ancora sotto il controllo degli houthi). Successi bissato pochi giorni fa anche a Huta, capoluogo della provincia di Lahj.
I successi militari contro Aqap hanno luogo mentre in Kuwait il “processo di pace” tra Hadi (sostenuto dal blocco sunnita a guida saudita) e i ribelli houthi (sostenuti, anche se non ufficialmente, dall’Iran) prosegue senza aver prodotto risultati significativi. A cinque giorni dall’inizio degli incontri, le due parti continuano ad essere molto distanti soprattutto per ciò che concerne l’estensione del cessate il fuoco iniziato lo scorso 11 aprile. Una tregua che, ha detto l’Onu pochi giorni fa, è stata rispettata finora dal governo e dagli huthi solo all’80%.
Due giorni fa l’inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Ismail Ould Shaykh Ahmed, ha riferito alla Reuters che lealisti e ribelli hanno raggiunto una intesa sui delegati che dovranno monitorare il rispetto del cessate il fuoco. Un risultato modesto rispetto alla tragedia umanitaria, sociale e politica in cui versa lo Yemen. La guerra civile, iniziata il 26 marzo del 2015, ha ucciso finora più di 6.800 persone. Sono 2,8 milioni gli sfollati. Nena News