La Coalizione Nazionale rigetta di nuovo il piano di pace Onu. Ma è isolata: Washington passa ai kurdi anti-Isis (ma non anti-Assad) e Putin dichiara di voler rafforzare Damasco
di Chiara Cruciati
Roma, 12 ottobre 2015, Nena News – Nessun dialogo con Assad: le opposizioni moderate siriane non imparano la lezione. Scomparse dal campo di battaglia, messe in un angolo di quello diplomatico, insistono nel dettare precondizioni ben poco realistiche.
Ieri la Coalizione Nazionale Siriana ha chiuso al possibile dialogo sponsorizzato dalle Nazioni Unite e proposto dall’inviato Onu in Siria, Staffan de Mistura: “Non parteciperemo ai gruppi di lavoro consultivi e ci consideriamo legati alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu e alla fine dell’aggressione russa, come basi per la ripresa del negoziato”. Tradotto: le condizioni per dialogare sono quelle dettate dalla conferenza di Ginevra nel 2012, la formazione di un governo di transizione con poteri esecutivi, senza il presidente Assad.
La Coalizione Nazionale è furiosa con Mosca, soprattutto dopo aver intravisto nei mesi passati un cambio di rotta sulla figura di Assad: ad agosto Putin incontrò i leader delle opposizioni moderate, facendo loro sperare nella fine del sostegno al governo di Damasco. Così non è stato: ieri il presidente Putin lo ha ribadito a chiare lettere, i nostri raid aerei sono volti a rafforzare le autorità siriane. “Il nostro compito è stabilizzare il governo legittimo e creare le condizioni per un compromesso politico. Con mezzi militari, ovviamente. Le unità di terroristi internazionali non vogliono negoziare con il governo che è quasi sotto assedio nella sua stessa capitale”, ha detto ieri Putin in un’intervista televisiva. Ha poi aggiunto che operazioni via terra non sono nei programmi e rigettato le accuse occidentali secondo le quali i target russi non sono i miliziani dell’Isis ma le opposizioni moderate.
Alla posizione russa si aggiunge la debolezza statunitense: la strategia finora messa in campo non ha portato alcun frutto tanto da costringere la Casa Bianca a cancellare il programma di addestramento in Turchia dei ribelli moderati siriani. Si cambia: ora Washington punta su chi combatte davvero, sui gruppi attivi, a partire dai kurdi. Proprio in vista della nuova collaborazione con gli Usa, le unità militari kurde siriane e altri gruppi arabi siriani hanno deciso di unirsi in una nuova compagine, le Forze Democratiche Siriane. Ad annunciarne la nascita sono state le Ypg, le Unità di Protezione Popolare in Rojava. Del gruppo faranno parte anche tribù arabe e cristiani siriaci.
Al nuovo gruppo Washington ha detto di voler fornire aiuto militare, in termini di sostegno aereo e armi. Una decisione che ha creato non poco scontento tra i gruppi di ribelli finora sostenuti ma che non rappresentano alcuna minaccia né contro l’Isis né contro Assad. L’apertura ai kurdi rappresenta indirettamente anche un’apertura ad Assad: nonostante i rapporti pregressi tra Rojava e Damasco, ora le tue forze combattono per lo stesso obiettivo, cacciare l’Isis, e Assad ha già promesso una maggiore autonomia alla regione. E i kurdi non hanno mai sollevato le armi contro il governo.
Intanto, sul terreno, i raid aerei russi stanno garantendo maggiore libertà di movimento all’esercito governativo che ricomincia ad avanzare. Sostenuto sul campo da Hezbollah e dal cielo da Mosca, le truppe di Assad hanno ripreso alcune aree e villaggi nelle province di Latakia, Hama e Idlib. L’obiettivo militare è chiaro: riprendere il controllo della cintura di territorio che dalla costa e dal nord del paese arriva a Damasco, cancellando la presenza dei gruppi che occupano le principali città siriane, a partire dal Fronte al-Nusra. Nena News
I cosiddetti “ribelli moderati” che combattono contro Assad (quindi contro la Siria, visto che l’attuale Governo è stato votato legittimamente più volte dalla stragande maggioranza del popolo siriano) non sono tutti siriani ma in massima parte sono forze esterne al paese, create e foraggiate dai soliti noti (i servizi USA-francesi-israeliani) e che sono della stessa pasta dell’Isis (creata e foraggiata sempre dai soliti noti per far cadere i governi legittimi del medioriente non asserviti ad USA ed israele.
I profughi siriani non fuggono da Assad bensì dai bombardamenti scellerati dell’Isis e dei “ribelli moderati”, contro i quali la Russia (oggi unica difesa del vero occidente) sta dando prova di combattere seriamente e coerentemente, a differenza della coalizione internazionale che fino ad adesso ha bombardato soltanto le inermi popolazioni civili. Vedi Libia, Irak, Afghanistan ecc.