Dopo tre anni l’esercito arriva alla base della Brigata 137 e si prepara all’offensiva verso est. Cambia lo scenario: lo Stato Islamico modifica obiettivi e strategie, prossimo a perdere anche Raqqa
della redazione
Roma, 6 settembre 2017, Nena News – Dopo tre anni l’esercito siriano ha rotto l’assedio dello Stato Islamico sulla città orientale di Deir Ezzor. Ieri il 137mo battaglione ha raggiunto la parte ovest della città, spesso dimenticata dalle cronache più concentrate sulla vicina Raqqa e ricordata oggi a causa del tentato trasferimento di 300 miliziani islamisti dal confine libanese dopo un accordo tra esercito di Beirut e Hezbollah con l’Isis.
A Deir Ezzor vivono dal 2014, sotto assedio islamista, circa 93mila civili insieme a forze governative rimaste dentro la comunità dopo l’occupazione. E ieri per la prima volta l’esercito ha rotto le linee di difesa islamiste che circondavano la zona ovest. Ad essere raggiunta è stata la base della Brigata 137, a ovest di Deir Ezzor, aprendo la strada all’avanzata verso il cuore della città.
Secondo quanto raccontano i giornalisti presenti, i soldati all’interno della base hanno accolto l’arrivo dell’esercito con canti e balli, mentre i civili residenti nei quartieri vicino alla base si sono radunati nelle strade per festeggiare.
La situazione umanitaria della città, sebbene se ne sia parlato poco, è drammatica: mancano cibo e acqua, mancano medicinali e elettricità. Ieri insieme all’esercito sono arrivati i primi camion di aiuti, partiti da Aleppo. Adesso, come per Raqqa, inizia l’offensiva interna: Damasco ha rotto l’assedio e ora proseguirà verso est e sud, dove restano occupati interni quartieri e un importante aeroporto militare.
Dal punto di vista simbolico e militare, però, il punto segnato ieri è fondamentale: “Un disastro strategico per l’Isis”, scrive l’analista siriano Aron Lund, perché accelera la sconfitta del gruppo in Siria, dopo la perdita di tutti i territori occupati in Iraq con l’ultima sconfitta – la scorsa settimana – a Tal Afar. E Raqqa è prossima alla caduta: le Forze Democratiche Siriane sono entrate pochi giorni fa nella città vecchia della cosiddetta “capitale” dello Stato Islamico.
Si aprono dunque nuovi scenari: con la caduta attesa per le prossime settimane delle due città di Raqqa e Deir Ezzor lo Stato Islamico perde roccaforti fondamentali alla presenza nel paese. Radicatosi nella zona orientale, la più ricca di petrolio e gas ma anche la meno abitata, l’Isis si sta disperdendo, in fuga da una comunità all’altra in attesa della prossima offensiva. Ma la sua sconfitta definitiva non è ancora così vicina, a dimostrarlo è il vicino Iraq.
Nonostante le vittorie dell’esercito iracheno nella provincia di Nineve, a partire da Mosul, non si sta assistendo ad uno sfaldamento ideologico del gruppo. Cambia la strategia, ormai da mesi, con il rinvio dell’obiettivo centrale – il controllo di un territorio definito e il progetto statuale – e la sua sostituzione temporanea con quello di infiltrazione e destabilizzazione dei paesi, attraverso attacchi terroristici e cellule più piccole.
Ma a preoccupare, in Siria, non è solo l’Isis. Se i distretti a oriente sono prossimi alla ripresa, è a ovest – nella provincia di Idlib – che si concentrano tuttora i gruppi di opposizione islamisti e jihadisti, guidati dall’ex Fronte al-Nusra. Le faide interne alle diverse milizie hanno ridefinito strategie e alleanze, ma Idlib resta una roccaforte islamista che – a differenza dello Stato Islamico – ha maggiore presa sulle comunità. A monte la strategia locale della rete qaedista di cui al-Nusra è ufficiosamente parte, sebbene ne sia pubblicamente uscita un anno fa. Nena News