Dopo 55 giorni di sciopero della fame contro la detenzione amministrativa, il prigioniero palestinese e le autorità di Tel Aviv sono giunti a un’intesa: verrà liberato il 12 luglio, subito le cure mediche. Hanin Zoabi, membro della Lista Araba Unita alla Knesset: “E’ la vittoria dello spirito umano sull’oppressione”
della redazione
Roma, 29 giugno 2015, Nena News - Dopo 55 giorni di sciopero della fame, Khader Adnan, il prigioniero palestinese che detiene il “record” di detenzione amministrativa (in tutto ha passato sei anni della sua vita nelle prigioni israeliane senza che gli siano stati rivelati i suoi capi d’accusa) ha raggiunto un accordo con le autorità israeliane: terminerà la sua protesta e sarà liberato il prossimo 12 luglio.
Lo annunciano sua moglie Randa e alcuni parlamentari della Lista Araba Unita, che hanno seguito costantemente la situazione del prigioniero palestinese e partecipato ai negoziati con le autorità israeliane. L’accordo dovrebbe essere firmato in mattinata, come fa sapere il deputato di Balad Jamal Zahalka: “Lo sciopero terminerà – ha dichiarato al portale +972mag – nel momento in cui verrà siglato l’accordo. Poi Adnan acconsentirà a ricevere le cure mediche”.
Proprio il peggioramento delle sue condizioni di salute avrebbe influito sull’accelerazione dei negoziati: venti giorni fa, dopo quasi un mese di sciopero della fame, era stato portato a forza in ospedale, ammanettato al letto e guardato a vista da due guardie. Gli attivisti che lo avevano visitato qualche settimana fa avevano lanciato l’allarme sulle sue condizioni critiche, cosa che aveva spinto la Knesset ad adottare in fretta e in furia un disegno di legge che autorizza l’alimentazione forzata dei prigionieri.
“Oltre ai tentativi di boicottaggio e delegittimazione di Israele -si leggeva in un post del ministro della sicurezza interna Gilad Erdan, autore della bozza, su Facebook – gli scioperi della fame dei terroristi nelle carceri sono diventati un mezzo per minacciare Israele”. Per questo, recita il disegno di legge, verranno nutriti contro la loro volontà “se la loro vita fosse in pericolo”. Una bozza della norma era già stata approvata dal gabinetto lo scorso anno durante il massiccio sciopero della fame contro la detenzione amministrativa da parte di centinaia di prigionieri palestinesi, ma era stato bloccato alla Knesset solo per lo scioglimento del Parlamento stesso.
Questa è la seconda volta che Khader Adnan guadagna la sua libertà con lo sciopero della fame, dopo quello iniziato nel 2012 con Samer Issawi e durato 66 giorni che aveva incontrato l’adesione di decine di altri prigionieri palestinesi. Accusato dalle autorità di essere un membro attivo della Jihad Islamica, Adnan è stato arrestato per l’ennesima volta nel giugno scorso dopo la scomparsa dei tre adolescenti israeliani in Cisgiordania in seguito ritrovati morti, e posto in detenzione amministrativa.
Tale pratica, eredità del mandato britannico in Palestina, è ancora largamente usata dalle autorità israeliane contro i palestinesi a partire dall’occupazione del 1967 seppur proibita dal diritto internazionale: implica l’arresto senza capo d’accusa né processo, e può essere rinnovata dopo sei mesi. L’associazione per il sostegno dei detenuti palestinesi e per i diritti umani Addameer denuncia che, al primo aprile 2015, Israele tratteneva 414 palestinesi in detenzione amministrativa, inclusi alcuni deputati del Parlamento di Ramallah. Nena News
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