Nella petizione per la sua estromissione, Balad è stato accusato di voler “eliminare Israele come Stato ebraico” mentre il candidato Ofer Kasif di aver paragonato Israele al regime nazista. Tutto ok, invece, per il partito estremista ebraico Otzma
della redazione
Roma, 7 marzo 2019, Nena News – Contrariamente a quanto aveva auspicato l’altro ieri il procuratore generale d’Israele Mandelblit, la commissione centrale elettorale israeliana ha escluso ieri il partito arabo Balad dalle legislative del 9 aprile. La commissione, formata da alcuni parlamentari della Knesset e presieduta da un giudice della Corte Suprema, ha inoltre votato a favore dell’esclusione di Ofer Kasif, membro ebreo del partito di sinistra Hadash.
La petizione contro Balad (noto anche come Tajammu’) era stata presentata dai partiti di destra e estrema destra israeliana: il Likud del premier Netanyahu, Yisrael Beitenu dell’ex ministro della difesa Lieberman e gli estremisti ebraici di Otzma Yehudit. Il motivo? Balad, sostengono le tre forze politiche, “sta cercando di eleminare Israele come stato ebraico, sostiene la resistenza violenta palestinese e [il partito libanese filo-iraniano] Hezbollah e la maggior parte dei suoi sostenitori approva atti di terrorismo”. Un’esclusione non nuova per il partito arabo: già nel 2015 la stessa commissione votò a favore dell’estromissione di Hanin Zoabi, parlamentare eletta proprio tra le file di Balad. La decisione fu poi allora ribaltata dalla Corte Suprema in appello a cui anche questa volta farà ricorso la formazione politica araba, che riscuote non pochi consensi tra i palestinesi cittadini d’Israele.
Il verdetto di ieri della Commissione è stato accolto con gioia dal premier Netanyahu che su Twitter ha commentato: “Chi sostiene il terrorismo non sarà alla Knesset”. Di tutt’altro avviso è ovviamente Balad che in una nota definisce la sua esclusione “razzista, politica e populista” e “mira a dare un colpo alla rappresentanza politica dei cittadini arabi”. “Non sorprende – si legge ancora nel comunicato – che un gruppo di partiti razzisti che non vuole vedere arabi alla Knesset ci stia attaccando. Noi presentiamo una piattaforma democratica e lavoriamo per promuovere diritti uguali”.
Non meno preoccupante è però l’esclusione di Kasif di Hadash causata da alcuni duri commenti che ha rilasciato in passato. Il candidato di sinistra ha infatti definito l’uscente ministra di giustizia Ayelet Shaked “feccia neo-nazista” e ha osato paragonare Israele e il suo esercito al regime nazista. Kasif ha anche affermato di combattere i “giudeo-nazisti” e ha proposto il cambiamento dell’inno nazionale. Lo scorso mese poi, intervistato dal liberal Haaretz, Kasif aveva parlato di “genocidio strisciante” dei palestinesi. La sua esclusione (ma non quella del suo partito Hadash, così ha stabilito ieri la Commissione) è stata votata 15 a 10 e, dato politico più interessante, è stata sostenuta anche da Yesh Atid di Lapid che, alleato con Gantz nel blocco Blu e Bianco, si presenta teoricamente come “l’alternativa” al premier Netanyahu. In attesa del verdetto finale –Kasif ha detto che farò appello della Corte suprema –, è stato duro il commento di Ayman Odeh, leader di Hadash: “Il tentativo è quello di silenziare coloro che si oppongono a questo regime razzista e discriminatorio”.
Odeh non ha tutti i torti: ieri mattina la stessa Commissione ha rigettato le petizioni volte ad escludere il partito estremista ebraico Otzma Yehudit. Anche in questo caso è rimasto inascoltato il parere del procuratore Mandelblit che aveva chiesto l’estromissione di uno dei membri di Otzma, Michael Ben-Ari. Nena News