Il settore sanitario ha raggiunto una quota crescente del valore complessivo delle operazioni nel continente africano (dal 4% nel 2018 al 24% nella prima metà del 2020). Ad approfittarne sono soprattutto i privati che spesso colmano le lacune lasciate aperte dai servizi pubblici
di Federica Iezzi
Roma, 30 ottobre 2021, Nena News – Gli investimenti nel settore sanitario in Africa appaiono basilari poiché la fornitura privata rappresenta circa la metà di tutti i beni e servizi assistenziali forniti. Il settore privato spesso colma le lacune lasciate aperte dai servizi pubblici, secondo una ricerca dell’International Finance Corporation (IFC).
Negli ultimi anni si è assistito a una completa svolta degli investimenti nel settore sanitario, secondo il database Asoko Insight, che raccoglie dati sul settore privato africano. Inoltre i report dell’Africa Venture Capital Association mostrano che il settore sanitario ha raggiunto una quota crescente del valore complessivo delle operazioni nel continente – dal 4% nel 2018, al 12% nel 2019 e al 24% nella prima metà del 2020.
Anche prima della pandemia, il settore sanitario africano era attraente per gli investitori di Private Equity, a causa dei suoi tassi di rendimento favorevoli. Vista l’esponenziale crescita della popolazione africana, che supera abbondantemente il miliardo di persone e la crescente base di consumatori della classe media, i settori privati appaiono aree chiave di investimento.
Secondo l’IFC, attualmente le industrie private africane offrono il più alto tasso di rendimento interno, con il settore sanitario che si stanzia al quarto posto, raggiungendo un indice del 9.6%, dietro a telecomunicazioni, tecnologia e beni di prima necessità.
La pandemia legata a SARS-CoV-2 ha ulteriormente focalizzato l’attenzione sul settore sanitario, che è stato il più resiliente sulla scia della crisi, secondo quanto dichiarato da AfricInvest, società francese di investimento e servizi finanziari. Questo spiega chiaramente perché diversi investimenti sanitari su larga scala sono andati avanti nel 2020 mentre le offerte in altri settori sono state ritardate o annullate del tutto.
Tra gli accordi degni di nota figurano la partecipazione della francese SPE Capital nel settore farmaceutico del Saham Group in Marocco, della sudafricana Rand Merchant Investment Holdings e dell’inglese Endeavour Investments nella piattaforma di tecnologia sanitaria Guidepost in Sud Africa, di NBK Capital Partners, basata in Bahrain, e Foursan Capital Partners, basata in Giordania, nella casa farmaceutica Polymedic in Marocco. Anche la maltese Mediterrania Capital, la svizzera Zoscales Partners e l’Oasis Capital del Bahrain, hanno siglato rilevanti accordi nel 2020 in Africa settentrionale, orientale e occidentale.
Il Nord Africa è stato un particolare hotspot per gli accordi sanitari, sia nell’area farmaceutica, dove la base industriale più sviluppata della sub-regione offre maggiori opportunità, sia nell’area dei servizi, dove i grandi segmenti di consumatori di classe media e alta forniscono un fiorente mercato.
Nell’Africa sub-sahariana, gli accordi sanitari sono stati relativamente diffusi, compresi notevoli investimenti in Africa centrale.
L’aumento dell’accesso a servizi sanitari di qualità e l’accrescimento della capacità di produzione farmaceutica nazionale, continueranno a dominare l’agenda di sviluppo del settore sanitario africano e ad essere l’obiettivo di futuri investimenti.
Circa il 10% delle operazioni registrate da Asoko Insight nel primo trimestre 2015-2021, erano offerte di tecnologia sanitaria. La previsione è che tali innovazioni continueranno a garantire il pieno sostegno della comunità degli investitori stranieri. Nena News
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