Nella consueta rubrica del sabato, vi portiamo anche in Sud Sudan, Liberia, Repubblica democratica del Congo dove continuano i combattimenti etnici
di Federica Iezzi
Roma, 17 febbraio 2018, Nena News –
Liberia
Il presidente liberiano uscente Ellen Johnson Sirleaf è la prima donna a vincere l’ambito premio ‘Mo Ibrahim Prize for Achievement in African Leadership’, nel riconoscimento dei suoi sforzi per ricostruire il suo Paese dopo due guerre civili.
Sirleaf, durante i suoi due mandati, ha guidato un processo di riconciliazione incentrato sulla costruzione della nazione e delle sue istituzioni democratiche.
I precedenti vincitori includono l’ex presidente della Namibia Hifikepunye Pohamba (2014), l’ex presidente di Capo Verde Pedro Pires (2011), l’ex presidente di Bostwana Festus Mogae (2008) e l’ex presidente del Mozambico Joaquim Chissano (2007). Nelson Mandela è diventato il vincitore onorario del premio nel 2007.
Sud Sudan
Più di 700 bambini sono stati reclutati con la forza dal South Sudan’s National Liberation Movement, durante i cinque lunghi anni di guerra civile nel Paese.
Secondo le Nazioni Unite, il numero di bambini reclutati nel Sud Sudan è ancora in aumento.
Molti bambini che sono stati rilasciati non hanno idea di dove siano le loro famiglie. Per gli altri, il combattimento è diventato uno stile di vita. A oggi dunque, la più grande sfida è il reinserimento.
Sudan
La crisi politica del Sudan ha raggiunto il livello peggiore dal colpo di stato del presidente Omar Hassan al-Bashir nel giugno 1989. L’economia al collasso, i conflitti armati in corso tra regime e movimenti armati nel Darfur, nel Sud Kordofan e nel Blue Nile, la corruzione endemica e la lotta di potere all’interno del regime, ha spinto il Paese verso un punto critico.
Il nuovo bilancio di Stato sta di fatto rendendo insopportabile la vita dei cittadini sudanesi medi. I prezzi dei bisogni di base e delle materie prime, compresi pane, medicine, carburante ed elettricità hanno raggiunto un livello senza precedenti. La valuta sudanese sta perdendo valore ogni giorno.
La nuova ondata di proteste popolari ha incontrato pesanti repressioni. Decine di manifestanti, leader dell’opposizione e giornalisti sono stati arrestati dalle forze di sicurezza sudanesi.
Le continue lotte di potere all’interno del governo hanno anche incoraggiato parti della vecchia guardia del regime a rientrare nel gioco politico da direzioni diverse.
Sud-Africa
Secondo Jacob Zuma, l’African National Congress (ANC) non avrebbe fornito una ragione adeguata per la fine del suo mandato da presidente del Sud-Africa.
L’ANC ha sostenuto una mozione di sfiducia contro Zuma per la sua sostituzione con Cyril Ramaphosa, eletto come capo del partito nello scorso dicembre.
Il tempo in carica di Zuma è stato contrassegnato da una serie di accuse di corruzione, seguite da ripetute rivendicazioni della sua innocenza.
Repubblica Democratica del Congo
Le Nazioni Unite hanno espresso profonda preoccupazione per i continui combattimenti etnici nella parte nord-orientale della Repubblica Democratica del Congo.
Più di 22.000 persone sono fuggite dagli scontri tra pastori Hema e agricoltori Lendu nella provincia di Ituri la scorsa settimana, secondo i dati diffusi dall’UNHCR.
Dall’inizio dell’anno almeno 34.000 civili in fuga hanno oltrepassato il confine con la vicina Uganda. E altri 15.000 sfollati interni sono arrivati a Bunia, capitale della provincia congolese dell’Ituri.
Il conflitto etnico tra Hema e Lendu risale agli anni ’70. Le comunità sono state coinvolte in un violento conflitto armato tra il 1998 e il 2003, in cui sono state uccise decine di migliaia di persone. Negli ultimi anni, i due gruppi hanno mantenuto un conflitto di basso livello. L’anno scorso, il conflitto ha costretto 1,7 milioni di persone in tutto il Congo a fuggire dalle loro case.
Nell’ottobre 2017, i dati dell’UNHCR parlano di 3,9 milioni di sfollati interni nel Paese e 600.000 rifugiati congolesi in 11 Paesi africani. Nena News
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