Nata nel 1909 a Tunisi, laureata in Medicina, fonderà la prima clinica di pianificazione familiare del paese e la prima rivista dedicata alle donne. Una storia di femminismo e rivoluzione culturale
di Melissa Aglietti
Roma, 11 febbraio 2022, Nena News – Nel Doodle di Google comparso a marzo dell’anno scorso per ricordare il suo compleanno, Tawhida Ben Cheikh si staglia serena contro il blu acceso dello sfondo, con indosso il suo camice bianco e lo stetoscopio. Dietro di sé, donne e uomini di tutte le età aspettano di essere visitati.
Nata a Tunisi nel 1909, Ben Cheikh è ritenuta la prima donna medico della Tunisia e dell’intero Nord Africa. Quella di Ben Cheikh non è solo la cronaca di una donna nella scienza, ma anche una storia di femminismo e rivoluzione rimasta nel cuore dei tunisini. Tanto che, nel 2020, il volto di Ben Cheikh è finito addirittura sulle nuove banconote da dieci dinari.
Figlia di un padre conservatore e di una madre «straordinaria», come amava definirla nelle interviste, Ben Cheikh è stata, insieme alle sue sorelle, la prima ragazza tunisina a finire la scuola secondaria. «Ma poi è arrivata la domanda: che cosa ci avrei fatto con il diploma?». Per studiare Medicina va in Francia, nonostante il parere contrario degli uomini della sua famiglia perché, come dirà sua madre «studiare è un obbligo nell’Islam, sia per gli uomini che per le donne». Ben Cheikh tornerà in Tunisia nel 1936, con in tasca una laurea in Medicina e il desiderio di fare qualcosa di utile per gli altri e soprattutto per le donne.
È così che i temi legati alla pianificazione familiare, alla contraccezione e all’aborto diventano una missione per Ben Cheikh, ben prima che queste questioni fossero discusse nelle piazze occidentali. La dottoressa tunisina fonderà Leila, prima rivista dedicata alle donne in lingua francese in Tunisia, e nel 1973 fonderà la prima clinica di pianificazione familiare del Paese. Sarà proprio Ben Cheikh a istruire i colleghi sulle procedure di aborto e a farsi portavoce di un’assistenza sanitaria adeguata e accessibile per tutte le donne tunisine.
Se le donne tunisine hanno facile accesso alla contraccezione gratuita e hanno il diritto di abortire, il merito è anche di Ben Cheikh. Ma la dottoressa tunisina ha spianato la strada all’autodeterminazione femminile anche in ambito lavorativo in Tunisia, dove oltre il 70% di studenti iscritti alla facoltà di Medicina di Tunisi nel 2018 era donna.
Ma la spinta a dedicarsi a settori che, almeno secondo l’occhio occidentale sono da etichettarsi come prerogativa maschile, è così forte che nel Paese nordafricano le ricercatrici in ambito scientifico costituiscono il 55% dei ricercatori. Se si guarda addirittura all’intero Maghreb, i percorsi legati all’ingegneria sono quelli preferiti dalle donne.
Storie come quella di Samia Elfekih, la biologa tunisina che studia la mosca della frutta all’Imperial College di Londra, o, spostandosi verso est, della scienziata informatica egiziana Rana el Kaliouby, che ha fondato Affectiva, una startup specializzata nell’intelligenza artificiale, non sono l’eccezione. O almeno non più: Ben Cheikh ha aperto le porte del possibile a molte ragazze, adesso sta a loro scegliere da che parte andare. Nena News