Nella consueta rubrica del sabato dal continente africano vi portiamo in Etiopia con le dimissioni del premier, in Togo dove cessano le proteste delle opposizioni, nell’ovest tunisino dove la tensione sociale resta alta e in Congo con l’allarme Onu per gli sfollamenti di massa
di Federica Iezzi
Roma, 24 febbraio 2018, Nena News –
Repubblica Democratica del Congo
Ancora preoccupazioni da parte delle Nazioni Unite per le violenze e gli sfollamenti di massa che stanno rapidamente aumentando nel sud-est della Repubblica Democratica del Congo. Il conflitto intercomunitario tra Twa, Luba e altri gruppi etnici nella provincia di Tanganica ha innescato espulsioni a spirale e violazioni dei diritti umani, in un quadro in cui non si fermano i feroci scontri tra le forze armate congolesi e le milizie.
L’ondata di violenza nel Tanganica, un’area che ospita circa tre milioni di persone, ha costretto 1,7 milioni di persone a lasciare le proprie case. L’International Rescue Committee ha affermato che oltre 400 villaggi sono stati distrutti tra luglio 2016 e marzo 2017 a seguito del conflitto. Secondo l’Unhcr, la Rdc ospitava 3,9 milioni di sfollati interni, ma oltre 600mila rifugiati congolesi hanno cercato rifugio in oltre 11 altri Paesi africani.
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Etiopia
Brusche dimissioni per il primo ministro etiope, mentre la coalizione di governo ha dichiarato uno stato di emergenza di sei mesi mentre cerca di contenere le proteste di massa anti-governative.
E proprio queste proteste sono al centro della decisione di Hailemariam Desalegn di dimettersi. Scoppiate nella popolosa regione dell’Oromia nel 2015, si opponevano a un piano generale di espansione dei confini della capitale Addis Abeba. Lo stato di emergenza è stato introdotto per la prima volta nel 2016 e revocato lo scorso agosto, dopo 10 mesi. Centinaia di manifestanti sono rimasti uccisi negli scontri con le forze di sicurezza dello Stato e oltre 20mila persone sono state arrestate tra diffuse violazioni dei diritti umani.
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Togo
L’opposizione togolese ha annunciato la cessazione delle proteste nel Paese dopo il primo round di mediazione politica, guidato dal presidente del Ghana, Nana Addo Dankwa Akufo-Addo. Akufo-Addo e un team di facilitatori hanno incontrato 14 membri della coalizione di opposizione e rappresentanti del governo nel tentativo di risolvere una crisi politica che imperversa nel Togo dallo scorso agosto.
In seguito ai colloqui, il governo ha accettato di rilasciare oltre 40 civili detenuti per il loro ruolo in proteste paralizzanti e violente a livello nazionale. Richieste chiave dell’opposizione riguardano i sondaggi locali e legislativi, nell’ottica della creazione di nuove riforme elettorali e istituzionali .
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Tunisia
Continua lo sciopero generale nella città occidentale di Redeyef, in Tunisia, iniziato qualche giorno fa per gli scarsi posti di lavoro e la mancanza di sicurezza. Alla fine del 2017 durante i movimenti sociali, l’unica stazione di polizia è stata distrutta: oltre all’insicurezza generale, anche la semplice richiesta di un documento di identità si incanala in lunghe trafile burocratiche.
A inizio settimana le aziende sono rimaste chiuse tutto il giorno, così come le istituzioni pubbliche. Redeyef è nel bacino minerario, teatro nel 2008 di una violenta insurrezione, repressa brutalmente dal regime dell’ex dittatore Zine El Abidine Ben Ali. Nena News
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