La Tunisia ha da ieri per la prima volta nella sua storia un premier donna. Altri due palestinesi uccisi nei Territori Occupati dalle forze armate israeliane. Una delle vittime, fa sapere l’esercito, aveva provato ad accoltellare un ufficiale israeliano nella città vecchia di Gerusalemme. Vertice Putin-Erdogan a Sochi: ok al mantenimento status quo a Idlib
della redazione
Roma, 30 settembre 2021, Nena News
TUNISIA
Il presidente tunisino Kais Saied ha scelto ieri il nuovo premier: sarà la geologa Najla Bouden a ricoprire la caricare di primo ministro. Su Facebook, lo staff dell’ufficio di Saied ha detto che Bouden ha il compito ora di “formare un governo il più presto possibile”. Il presidente ha anche parlato di momento “storico” in quanto per la prima volta in Tunisia è una donna ad essere capo del governo. La sua nomina, si legge in una nota presidenziale, è “un onore per la Tunisia e un omaggio alle donne”. Saied ha poi spiegato che il principale compito del nuovo esecutivo sarà quello di “porre fine alla corruzione e al caos che si sono diffusi in molte istituzioni”. Resta da capire quali saranno i margini di azione di Bouden dato che il potere continua a restare ben saldo nelle mani del presidente in seguito alla sua decisione dello scorso 25 luglio di assumere ampi poteri esecutivi dopo aver licenziato premier e sospeso i lavori del parlamento. Una mossa che è stata definita da diversi commentatori e cittadini tunisini come un “golpe”. La nuova premier, 63 anni come Saied, ha già ricoperto posizioni importanti all’interno del ministero dell’istruzione. Originaria della città di Karaiwan, sarà la decima premier in Tunisia da quando è caduto il regime di Ben Alì nel 2011 a seguito delle proteste di massa che hanno attraversato il Paese.
TERRITORI OCCUPATI PALESTINESI
Ancora due palestinesi uccisi dalle forze armate israeliane. Le uccisioni sono avvenute stamane a Burqin e nella città vecchia di Gerusalemme. La prima vittima è il 22enne Alaa Naser Mohammed Zayoud del villaggio di Silah al-Harithiya (Jenin). Dalle prime ricostruzioni, Zayyoud sarebbe stato colpito nella notte da 4 colpi di proiettile sparati dall’esercito durante gli scontri armati divampati a Burqin dopo che l’esercito era entrato nel villaggio per compiere degli arresti. Testimoni oculari riferiscono che un cecchino israeliano lo avrebbe sparato a distanza ravvicinata prima che “i soldati corressero verso di lui e continuassero a liquidarlo da vicino”. Negli scontri sarebbero rimasti feriti altri due palestinesi ricoverati in ospedali (sarebbero fuori pericolo di vita). Due le persone arrestate secondo quanto riportano i media locali.
L’altra vittima è la 30enne Israee Khuzaima del villaggio di Qabatiya (Jenin). L’esercito israeliano sostiene di aver ucciso la donna in città vecchia perché aveva provato ad accoltellare un ufficiale. Le uccisioni di stamane aggravano il bilancio di morte degli ultimi giorni: solo domenica 5 palestinesi nell’area di Jenin e Gerusalemme erano stati uccisi dall’esercito durante gli scontri armati tra la popolazione locale e l’esercito israeliano.
TURCHIA/RUSSIA/SIRIA
E’ durato quasi tre ore il vertice a Sochi tra il presidente turco Erdogan e quello russo Putin. Al centro del summit il partenariato russo-turco in ambito politico e commerciale-economico, oltre a temi internazionali di attualità tra cui l’evoluzione della situazione in Siria, Libia, Afghanistan e Caucaso meridionale.
I due leader si sono impegnati al nuovo rispetto della tregua del 2020 raggiunta nel fortino jihadista di Idlib (Siria). Un funzionario citato dal portale Middle East Eye, ha riferito che russi e turchi hanno concordato sul “mantenimento dello status quo” nell’area. A inizio settimana il ministro della Difesa turco Hulusi Akar aveva avvisato Mosca che i raid nelle aree dei “ribelli” siriani stavano uccidendo i civili e radicalizzando gli abitanti (sono circa 3 milioni i siriani nella provincia di Idlib). Non è chiaro se nell’intesa raggiunta ieri tra Erdogan e Putin, Ankara abbia fatto delle concessioni.
Ma al centro dell’incontro non c’è stata solo la Siria. “Stiamo cooperando con successo nell’agenda internazionale, intendo sia in Siria che nel coordinamento delle posizioni in Libia. Il centro di controllo del cessate il fuoco russo-turco al confine tra Azerbaigian e Armenia è perfettamente operativo”, ha detto Putin che ho poi ha parlato soddisfatto del gasdotto Turkstream entrato in funzione l’anno scorso e attraverso il quale il gas russo viene pompato nei mercati turchi. La scorsa settimana Gazprom ha reso noto di aver fornito dall’inizio dell’anno al 19 settembre un totale di 20,3 miliardi di metri cubi di gas alla Turchia, con un aumento del 153% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Erdogan e Putin hanno probabilmente affrontato anche un possibile secondo acquisto da parte di Ankara del sistema difensivo russo S-400 che tanto ha fatto e fa infuriare gli statunitensi. Su Telegram, Erdogan ha detto che il summit è stato “produttivo”.