FOTO/VIDEO. La manifestazione, che avrà luogo nella città algerina dal 2 al 31 luglio, conferma il suo ruolo di incontro tra diversità e di interscambio culturale ponendo al centro dell’attenzione le nuove pratiche dell’arte visiva e della multimedialità nel Mediterraneo
testo, foto e video di Angela Caporaso
Orano (Algeria), 1 luglio 2017, Nena News – Dal 2 al 31 luglio 2017 sarà possibile visitare la Quarta Biennale Mediterranea di Arte Contemporanea d’Orano ospitata per l’appunto nella città algerina presso il MAMO – musée d’art moderne d’ Oran.
La Biennale, organizzata dall’Associazione di arti visive e plastiche Civ-œil in collaborazione con Ministère de la culture – Wilaya d’Oran – Musée Zabana Oran – Institut Franaçais Oran – Association Bel Horizon Oran, – coinciderà con la celebrazione della Festa Nazionale che commemora il cinquantacinquesimo anniversario dell’indipendenza algerina.
Grazie a questa manifestazione alla quale hanno preso parte artisti di differenti nazionalità e culture, Orano, la città che ai più riporta immediatamente alla mente il celeberrimo scrittore franco-algerino Albert Camus avendovi egli ambientato uno dei suoi romanzi più noti – conferma il suo ruolo di crocevia di incontro di diversità intesa come interscambio culturale e quindi sinonimo di ricchezza e complessità.
Fin dalla sua prima edizione che risale al 2010, la Biennale ha avuto un grande interesse per le nuove pratiche dell’arte visiva e per la multimedialità , ospitando artisti sia algerini che internazionali e riservando una particolare attenzione a quelli residenti nel Nord Africa e nei Paesi che gravitano intorno al bacino del Mediterraneo, restituendo così a quest’ultimo il ruolo che gli appartiene da sempre, e cioè quello di essere un luogo deputato all’incontro e alla cultura e non invece un cimitero marino come purtroppo è diventato negli ultimi anni nell’indifferenza generale (solo nel 2016 ci sono stati nel Mediterraneo più di cinquemila morti).
Ma ritorniamo alla Biennale; per questa quarta edizione sono state selezionate opere di pittura, scultura, fotografia, video, performance ed installazioni provenienti da 15 Paesi diversi avendo come tema di riferimento “l’esodo” in relazione ad una umanità in perenne cammino e movimento che va incontro al proprio destino.
E difatti Tewfik Ali Chaouche, uno dei curatori di questa manifestazione sottolinea che da sempre le arti visive e plastiche raccontano degli spostamenti dei popoli in quanto ci sono opere d’arte contemporanea che si ispirano direttamente all’esilio e alla migrazione .
E a tale riguardo concludiamo con i versi della bellissima poesia “Su un uomo” del poeta palestinese Mahmoud Darwish
Hanno incatenato la sua bocca/e legato le sue mani alla pietra dei morti./ Hanno detto: “Assassino!”,/ gli hanno tolto il cibo, le vesti, le bandiere/ e lo hanno gettato nella cella dei morti./ Hanno detto: “Ladro!”,/ lo hanno rifiutato in tutti i porti,/ hanno portato via il suo piccolo amore,/ poi hanno detto: “Profugo!”./ Tu che hai piedi e mani insanguinati,/ la notte è effimera,/ né gli anelli delle catene sono indistruttibili,/ perché i chicchi della mia spiga che va seccando/ riempiranno la valle di grano.
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