Leader del Movimento Popolare nato nella regione montagnosa del Rif oltre due anni fa, è stato condannato a 20 anni di prigione perché per Rabat “ha minacciato l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale”. Gli altri due finalisti sono il regista ucraino Oleg Sentsov e un gruppo di ong attive nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo
della redazione
Roma, 10 ottobre 2018, Nena News – L’attivista marocchino Nasser Zefzafi è tra i tre finalisti quest’anno del premio Sakharov. Ad annunciarlo è stato ieri il Parlamento europeo. Gli altri due possibili vincitori sono il regista ucraino Oleg Sentsov, condannato a 20 anni di prigione per motivi politici e che ha lungo digiunato per protestare contro la sua detenzione, e un gruppo di ong (Sos Mediterranee, Save the Children e Doctors Without Borders International) che “proteggono i diritti umani e le vite dei migranti che attraversano il Mediterraneo”.
Il premio Sakharov per la libertà di pensiero è un riconoscimento istituito dal parlamento europeo nel 1988 con l’obiettivo di premiare personalità ed organizzazione che abbiano dedicato la loro vita alla difesa dei ditti umani e delle libertà individuali. È dedicato allo scienziato e dissidente sovietico Andrej Dmitrevic Sacharov e viene consegnato ogni anno intorno al 10 dicembre in prossimità del giorno della firma della Dichiarazione universale dei diritti umani. Quest’anno verrà assegnato il 12 dicembre.
Lo scorso giugno Nasser Zefzafi, leader del Movimento Popolare (Hirak Sha’abi) nato nella regione montagnosa del Rif oltre due anni fa e agli arresti dal maggio 2017, è stato condannato a 20 anni di prigione perché ha “minacciato l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale”. La sua colpa è stata quella di aver guidato le proteste spontanee esplose nell’ottobre 2016 nella città di al-Hoceima dopo la morte di un giovane venditore ambulante di pesce Mouhcine Fikri. Fikri fu schiacciato da un camion dei rifiuti mentre cercava di recuperare il pesce che la polizia gli aveva confiscato e gettato via: la sua morte fu per molti marocchini emblema dell’ingiustizia sociale che si vive nel Rif. Alle proteste, sempre più partecipate e figlie di una storica marginalizzazione della regione, Rabat ha risposto con la repressione e decine di arresti. Oltre a Zefzafi, a giugno sono stati comminati 20 anni di prigione anche ad altri tre leader della protesta: Nabil Ahmijeq, Wassim El Boustani e Samir Aghid. Altri 36 attivisti hanno ricevuto pene che vanno da uno a 15 anni di carcere.
Zefzafi è detenuto al momento in un carcere di Casablanca ed ha terminato lo scorso mese uno sciopero della fame durato una settimana per protestare contro le sue condizioni di detenzione. Nena News