Lo scenario yemenita è sempre più complesso. A sud per lo scoppio delle violenze tra il governo riconosciuto e i separatisti del Stc. Sulla costa occidentale per le vittorie delle Forze di resistenza nazionale hanno sbalordito il governo Hadi e il partito islamista al-Islah
della redazione
Roma, 20 febbraio 2021, Nena News – Lo scoppio della violenza tra l’Internationally Recognised Government (IRG) e il Southern Transitional Council (STC) ha costretto la comunità internazionale a concentrarsi sulla questione meridionale. Le potenze straniere coinvolte nella più ampia guerra in Yemen hanno prestato un’attenzione limitata al separatismo meridionale, che in realtà è la chiave per creare strade neutre e costruttive per la mediazione e lo sviluppo in tutto il Paese e per creare una soluzione sostenibile al conflitto.
La politica di sostegno dello Yemen come stato unificato diventa fondamentale per prevenire futuri conflitti poiché l’alternativa è consentire al Paese di disintegrarsi in una moltitudine di micro-stati reciprocamente antagonisti e poveri di risorse, fenomeno particolarmente evidente nel sud.
Le principali richieste politiche nell’intero sud sono state espresse da un’ampia gamma di movimenti separatisti la cui unica differenza ideologica riguarda la richiesta di una completa indipendenza o dell’autonomia. Questi movimenti hanno subito già una significativa frammentazione.
I movimenti separatisti meridionali sono ora sinonimo di STC, secondo la visione generale della Comunità Internazionale. Questa eccessiva semplificazione della situazione potrebbe portare a scelte politiche pericolose. L’STC ha raggiunto la sua importanza internazionale grazie alla strategia degli Emirati Arabi Uniti nella crisi yemenita. Uno dei maggiori stati responsabili dell’internazionalizzazione della guerra civile in Yemen,
Gli Emirati Arabi Uniti hanno concentrato i propri interventi nel sud del Paese. Hanno istituito diverse organizzazioni progettate per fornire sicurezza nei governatorati meridionali – Security Belt Forces (SBF) ad Abyan, Aden, Dhali’, Lahij e Soqotra – e Elite Forces ad Hadhramaut e Shabwa. Questi gruppi sono guidati da salafiti, formati e schierati grazie alla diretta assistenza degli Emirati Arabi Uniti. Sebbene lavorino formalmente per l’IRG, non rispondono al Ministero della Difesa dello Yemen o al Ministero degli Interni. Oltre ad attuare la strategia degli Emirati Arabi Uniti per minare Al-Islah (partito legato ai Fratelli Musulmani), in particolare ad Aden, queste forze sono associate all’STC nei governatorati occidentali.
Pertanto, il STC può far valere la sua volontà attraverso le SBF. Il STC ha stabilito relazioni internazionali. Ciò gli ha permesso di raggiungere una statura internazionale a scapito delle numerose altre organizzazioni separatiste meridionali, che ha marginalizzato. Negli ultimi due anni, la rivalità tra STC e IRG si è intensificata.
Data la posizione di Aden come capitale provvisoria, tutte le fazioni credono essenziale mantenere una presenza pubblica lì. Ciò è particolarmente rilevante per l’IRG: senza la sua base ad Aden, non è altro che un governo in esilio. Oltre ad essere il principale sito di conflitto tra IRG e STC, Aden soffre anche di considerevole insicurezza causata dalle lotte tra varie forze. In particolare, le SBF e altre forze salafite collegate al STC, hanno spesso lanciato attacchi contro individui associati a gruppi politici rivali, principalmente Al-Islah.
Gli Emirati Arabi Uniti e il STC descrivono pubblicamente questi attacchi come ‘anti-jihadisti’, confondendo così gli affiliati ad Al-Islah con membri di al-Qaeda o dello Stato islamico.
Dopo Aden, Shabwa e Abyan sono al centro del conflitto tra il STC e il governo. Shabwa è strategicamente importante perché adiacente ad Al-Bayda e Marib, punto di accesso chiave per i governatorati orientali come Hadhramaut e Al-Mahrah.
Lahij e Dhali’ sono ora il cuore del STC, nonostante il fatto che, almeno sulla carta, la sua leadership includa individui di tutti i governatorati. I governatorati meridionali sembrano essere più saldamente divisi che mai tra le aree rispettivamente sotto il controllo dell’IRG e del STC.
Gli accordi yemeniti del passato sembrano una combinazione di meccanismi di implementazione imprecisi, scadenze non realistiche e sequenze idealistiche. Tuttavia, se i negoziati diretti sauditi-Houthi dovessero avere successo, la minaccia alla sovranità yemenita potrebbe diminuire poiché è altamente improbabile che Ansar Allah consenta allo Yemen di diventare un protettorato saudita.
Negli ultimi mesi, il STC appare più debole di quanto affermi, poiché ha perso il controllo militare di tutte le aree ad eccezione di quelle che ospitano i suoi principali leader. Mentre il sud è combattuto tra una molteplicità di movimenti divergenti e rivendicazioni separatiste, gli Houthi gestiscono una nave serrata nelle aree che controllano, sperando di estendere il loro modello di governo all’intero Paese.
Yemen – Costa occidentale
La Yemeni National Resistance Forces ha creato una nuova realtà sul campo yemenita dopo che una serie di rapide vittorie le hanno avvicinate al porto strategico di al-Hudaydah.
La velocità e l’efficienza delle forze di Tareq Saleh hanno sbalordito il governo di Abd Rabbih Mansur Hadi e gli organi politici associati, in particolare il partito islamista al-Islah.
I Paesi della Arab Coalition Forces, in particolare gli Emirati Arabi Uniti, hanno scommesso su Saleh solo quando hanno realizzato che i partiti politici del governo yemenita non erano davvero entusiasti di portare avanti in modo efficace la guerra di liberazione e con essa gli interessi regionali.
La stessa Coalizione ha sospettato dubbi canali di comunicazione tra Al-Islah e Ansar Allah sotto gli auspici di Qatar e Iran.
Saleh e le sue forze hanno dato agli yemeniti una nuova speranza per una soluzione alla loro crisi, una speranza che il governo di Hadi e le parti in guerra al suo interno avevano annientato molto tempo fa.
Le alleanze di convenienza tra le forze di Tareq Saleh, al-Amaliqah e Tihama Resistance – Yemeni National Resistance Forces – che alla fine hanno scopi diversi ma combattono sotto una bandiera comune, oggi danno ampio spazio per future lotte interne.
Questi ultimi sviluppi illustrano la complessità di tenere insieme la vasta rete di alleanze che gli Emirati Arabi Uniti hanno forgiato con gruppi estremamente diversi.
Potenziati dai loro recenti guadagni lungo la costa occidentale, potrebbero essere tentati di proseguire verso nord raggiungendo la roccaforte degli Houthi, anche se si trovasse una soluzione politica per risolvere il destino di al-Hudaydah.
Mentre il conflitto continua, non è chiara la capacità degli Emirati Arabi Uniti di dominare i propri interessi yemeniti, in zone ormai ben equipaggiate militarmente. Tuttavia, è probabile che queste crepe diventino una caratteristica distintiva del conflitto, sull’onda del Riyadh Agreement, così come del più ampio panorama della sicurezza del Paese. Nena News
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