La tregua dovrebbe cominciare oggi a mezzanotte e durare una settimana, in concomitanza con i negoziati tra Houthi e governo yemenita che inizieranno domani a Ginevra. Ma nel fine settimana si è assistito a un’intensificazione degli scontri e dei bombardamenti, e le due parti non mostrano alcun segno di distensione
della redazione
Roma, 14 dicembre 2015, Nena News - Il cessate il fuoco che entrerà in vigore in Yemen alla mezzanotte di oggi, alla vigilia dei colloqui di pace di domani a Ginevra, è già messo a dura prova. Un comandante saudita e un ufficiale emiratino sono stati uccisi oggi all’alba nei dintorni di Taiz, durante le operazioni di esplorazione condotte per “liberare la provincia” conquistata dalla milizia sciite Houthi all’inizio di quest’anno.
Ora si spera che la tregua – confermata questa mattina anche da un membro della delegazione governativa attesa a Ginevra – venga davvero attuata: le agenzie stampa riportano infatti un’intensificazione degli scontri negli ultimi giorni, soprattutto nelle provincie di Taiz e di Marib. Nella prima, gli Houthi avrebbero riconquistato la regione strategica di Shuraija, sulla strada per Lahj dove ha sede un’importante base aerea della coalizione a guida sauditai: nella battaglia sarebbero rimasti uccisi tre houthi e quattro miliziani pro-governativi. Al contempo, il contingente arabo avrebbe bombardato pesantemente le postazioni dei ribelli sciiti nella provincia di Marib e nelle zone costiere di quella di Taiz.
La speranza è che dalla mezzanotte tutti cessino le ostilità: se dalla parte governativa il timore è che “tutte le milizie – ovvero gli houthi e i fedeli dell’ex presidente Saleh – non rispettino il cessate il fuoco”, la milizia sciita ha già assicurato che smetterà di combattere “quando l’aggressione da parte delle forze lealiste e della coalizione che li supporta cesserà”, come ha detto il portavoce del movimento Mohammad Abdulsalam in una conferenza stampa nella capitale Sanaa.
La mancata cessazione dei raid sauditi era stata la causa principale del fallimento dell’ultima tregua proposta dall’inviato Onu Ismail Ould Sheikh Ahmad lo scorso luglio, violazione dovuta, secondo Riyadh, al fatto che gli Houthi non avessero acconsentito a ritirarsi dai territori conquistati durante i mesi precedenti. Da parte governativa continuano a piovere le accuse alla milizia sciita di voler conquistare più territorio possibile prima dei negoziati. Se ci sarà o meno una tregua, quindi, è ancora tutto da vedere. Nena News