Chiuso ieri in Svizzera il tavolo del negoziato yemenita nella delusione generale, nonostante l’Onu abbia lodato i “seri progressi compiuti”. Niente scambio di prigionieri, niente intesa tra le parti, e un cessate il fuoco costantemente violato che verrà prolungato di una settimana
della redazione
Roma, 21 dicembre 2015, Nena News - Nonostante la delusione e il sostanziale fallimento delle negoziazioni di Biel, conclusesi ieri, le parti yemenite proveranno a confrontarsi ancora per raggiungere una tregua: l’inviato speciale Onu Ismail Ould Cheikh Ahmad ha annunciato un nuovo round di colloqui che dovrebbe cominciare il prossimo 14 gennaio.
Fonti di entrambi gli schieramenti hanno rivelato alle agenzie che finora le parti avrebbero concordato solo sulla creazione di “un comitato militare neutrale” per monitorare le violazioni del cessate il fuoco e un altro comitato per supervisionare la consegna degli aiuti umanitari. La guerra, giunta al suo nono mese di attività, secondo le organizzazioni umanitarie avrebbe lasciato l’80 per cento della popolazione in urgente bisogno di aiuti.
L’Onu ha elogiato “i seri progressi compiuti”, mentre le delegazioni parlano di fallimento su tutta la linea. A cominciare dallo scambio di prigionieri, che sembrava imminente, e che invece è stato posticipato al raggiungimento di un cessate il fuoco permanente: se gli Houthi avevano spinto per uno scambio immediato alla pari, la coalizione pretendeva invece di ricevere prima i suoi prigionieri, tra cui il fratello del presidente Hadi, e poi pensare di liberare quelli del nemico.
Altra decisione controversa è stata quella del prolungamento del cessate il fuoco, che dovrebbe durare altri sette giorni a partire da oggi: una mossa inutile, visto che la tregua non è stata mai rispettata nemmeno durante i colloqui, violata più volte da entrambe le parti nei giorni scorsi. Intanto, la situazione sul campo resta grave e gli scontri tra le due fazioni non accennano a diminuire.
Ieri si è assistito a un’altra giornata di sangue, con i lealisti che hanno attaccato le postazioni ribelli nella provincia di Jawf – supportati dai raid della coalizione a guida saudita – dove hanno spazzato via una rampa di lancio missilistica degli Houthi, colpito postazioni della milizia nella provincia di Hodeidah e un campo di addestramento nella capitale occupata Sanaa. Al contempo, la coalizione ha annunciato di aver attaccato i ribelli nella provincia di Shabwa e di aver subito alcune perdite nel tentativo di riconquistare la regione di Usaylan, ricca di petrolio.
Dal canto loro, le milizie sciite hanno annunciato sul sito sabanews.net di aver danneggiato istallazioni militari lealiste nella provincia di Marib, provocando alcune vittime. Un saudita e due lavoratori indiani sarebbero invece rimasti uccisi dal lancio di un missile sulla città di confine di Najran, in Arabia Saudita. Le forze lealiste starebbero mantenendo le loro posizioni nella città di Nihm, a 40 chilometri dalla capitale Sanaa. Le cronache, insomma, non lasciano spazio a illusioni di una prossima pace. Nena News