Le piogge monsoniche che si sono abbattute sul centro del paese stanno esacerbando la crisi umanitaria. Riavvicinamento tra Houthi e Saleh, c’è l’accordo
della redazione
Roma, 31 agosto 2017, Nena News – Sono almeno 18 i morti in Yemen a causa delle forti piogge monsoniche che cadono da alcuni giorni. Il centro e il sud del paese sono le zone più colpite: strade allagate, case distrutte e fango che trascina via ogni cosa.
A Taiz, città da mesi al centro dello scontro militare tra ribelli Houthi e forze governative, sono morte 10 persone. Nel distretto di al-Maqatira altre otto sono disperse. “Non abbiamo visto tanta pioggia da 20 anni”, dice Ali al-Kubati, un residente di al-Maqatira all’agenzia Anadolu. Al momento la Croce Rossa e l’Organizzazione mondiale della sanità sono riuscite a raggiungere solo Taiz per distribuire alcuni aiuti alimentari, ma in città vivono 200mila persone, quasi del tutto irraggiungibili.
Un disastro che si aggiunge alla guerra e al colera. L’allarme lo lanciano le organizzazioni umanitarie: le alluvioni peggioreranno ulteriormente le già critiche condizioni igieniche, in un paese in cui le strutture sanitarie sono al collasso e le infrastrutture idriche e fognarie devastate. Sono 500mila i contagiati dall’epidemia che ha ucciso già 2mila persone.
E mentre le piogge cadono e il colera avanza, non si fermano i raid aerei della coalizione a guida saudita: ieri almeno cinque civili sono stati uccisi insieme a due ribelli Houthi nel bombardamento che ha colpito il distretto di Masajed, a ovest della capitale Sana’a. Il raid ha centrato un taxi e una stazione di benzina, provocando un’esplosione che ha reso ancora più difficili i soccorsi.
Sul piano politico, intanto, dopo le tensioni della scorsa settimana tra alleati di comodo – il movimento Houthi e il Congresso Generale del popolo dell’ex presidente Saleh – a Sana’a si parla di riavvicinamento: le due parti hanno raggiunto un accordo per porre fine alla crisi interna al fronte anti-saudita.
Secondo quanto si legge in un comunicato congiunto, le due delegazioni si sono incontrate due giorni fa nella capitale e hanno deciso di eliminare “tutte le cause di tensioni e ripristinare la situazione di sicurezza antecedente”. E, aggiunge un esponente del partito di Saleh, Rahman Muzab, l’accordo sarebbe stato raggiunto grazie alla mediazione di Hassan Nasrallah, leader del movimento sciita libanese Hezbollah.
A monte della rottura di una settimana fa c’erano state alcune dichiarazioni di fuoco scambiate dalle due parti: Saleh aveva appellato la leadership Houthi semplice “milizia” e il movimento ribelle aveva reagito minacciando conseguenze serie contro i traditori. Dietro la frattura, più che mere parole, c’è di più: Saleh, consapevole dello stallo nella guerra, avrebbe preso contatti con alcune petromonarchie del Golfo, anti-Houthi, per negoziare una transizione politica che escluda il movimento sciita. Nena News