A farlo è il 25enne Ahmad al-Awartani, arrestato alcuni giorni fa perché aveva criticato l’amministrazione palestinese con un post su Facebook. Un tribunale ha esteso martedì la sua detenzione. I familiari temono per lui: è rinchiuso nel carcere di Gerico dove spesso sono stati riportati casi di abusi e torture sui detenuti
della redazione
Roma, 27 aprile 2018, Nena News – Un tribunale palestinese in Cisgiordania ha esteso di altri 15 giorni la detenzione del 25enne Ahmad al-Awartani che è stato arrestato nel week end per un post su Facebook in cui criticava il governo palestinese.
Durante l’appello di martedì, al-Awartani ha rifiutato di rispondere alle domande del giudice e ha dichiarato di aver iniziato due giorni prima uno sciopero della fame per protestare contro il suo arresto reso possibile dalla controversa Cyber Crimes Law approvata lo scorso anno. L’estensione della sua detenzione potrebbe essere rinnovata in modo indefinito, denunciano i genitori di al-Awartani, preoccupati che le sue condizioni possano peggiorare nel carcere di Gerico dove è detenuto. Secondo le ong per i diritti umani, infatti, questa prigione è nota per le torture e gli abusi che subiscono i carcerati.
I fatti
Nelle ultime settimane in Cisgiordania sono apparsi alcuni manifesti e scritte in sostegno al presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas. Dopo averli visti nella sua cittadina di Anabta (nel distretto di Tulkarem) al-Awartani, uno dei membri dei giovani del consiglio cittadino, ha espresso la sua disapprovazione su Facebook. “Non sostengo o giuro fedeltà” ha scritto, criticando la decisione della municipalità di appendere il seguente striscione in città: “i residenti di Anabta rinnovano la loro fiducia e fedeltà all’illustre presidente della Palestina, Mahmoud Abbas”. “Questo lavoro – ha scritto sul social network – rappresenta solo i membri del consiglio municipale, non la popolazione”.
Due settimane dopo questo post, un membro delle forze di sicurezza dell’Ap è venuto al negozio del padre di al-Awartani e ha convocato Ahmad per un interrogatorio. “Gli ho chiesto dove lo volevano portare – ha detto al Jazeera Majed, il padre del ragazzo – E loro hanno detto che gli volevano fare solo qualche domande sul post su Facebook, ma che dopo qualche ora sarebbe ritornato a casa”. Cosa che non è mai avvenuta.
Le preoccupazioni dei familiari del ragazzo sono aumentate quando hanno saputo che loro figlio è stato trasferito nella prigione di Gerico. “Mio figlio più grande, Rami, è stato arrestato una volta per sbaglio dall’Autorità palestinese e lo hanno colpito così duramente che è andato in coma”. Al momento, Ahmad li ha però rassicurati che non ha subito violenze. Intervistato da al-Jazeera, il vice ministro degli interni dell’Ap, Mohammed Mansour, ha detto di “non essere a conoscenza” del caso di al-Awartani e alla domanda su un 25enne arrestato per un post critico contro l’Ap ha dichiarato di “non essere autorizzato a parlare della faccenda”.
A parlare, invece, è Addameer, un’associazione di diritti umani e in sostegno dei prigionieri palestinesi di stanza a Ramallah. Per Addamer, quanto è accaduto ad al-Awartani è “oltraggioso”. “C’è un motivo per cui siamo preoccupati del fatto che Ahmad sia detenuto nel carcere di Gerico” ha detto Dawoud Yusef, coordinatore di ad-Dameer. “In questa struttura ci sono arresti politici e si sono registrati diversi casi di tortura durante gli interrogatori. C’è paura a denunciarli e a riferire dei metodi usati perché l’Ap è onnipresente – continua Yusef – L’occupazione israeliana può essere la forza sempre presente, ma è l’Autorità palestinese la vicina di casa”. Nena News