Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno annunciato il ritorno dei propri ambasciatori in Qatar, dopo otto mesi di gelo provocati dal sostegno di Doha ai Fratelli Musulmani. Ieri Abu Dhabi ha stilato una lunga lista di organizzazioni terroristiche. Nell’elenco ci sono la Fratellanza, gli Houthi e l’Unione internazionale degli studiosi islamici di Youssef al-Qaradawi
della redazione
Roma, 17 novembre 2014, Nena News – Ieri la svolta nelle relazioni diplomatiche tra Qatar e il blocco Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (EAU) e Bahrein. Riad, Abu Dhabi e Manama hanno annunciato il ritorno dei propri ambasciatori a Doha, dopo otto mesi di gelo tra le petromonarchie della Penisola arabica provocato dal sostegno del Qatar alla formazione islamica dei Fratelli Musulmani, bandita negli altri tre regni.
L’annuncio è stato fatto dal Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG), organizzazione regionale dominata dai sauditi, quando mancano poche settimane al summit annuale del 9 e del 10 dicembre a Doha che detiene il turno di presidenza. L’emiro del Qatar aveva invitato gli altri sovrani nella capitale per il summit annuale, ma si era paventata l’ipotesi di spostare la sede. Invece sabato si è aperta la strada a una riconciliazione tra i quattro Paesi.
Il gelo tra le case reali del Golfo era calato lo scorso marzo. Arabia Saudita, EAU e Bahrein avevano accusato il Qatar di minare la sicurezza dei propri regni dando sostegno alla Fratellanza e avevano richiamato i propri ambasciatori. Una decisione senza precedenti, rientrata domenica, anche se non stati specificati i tempi del rientro dei diplomatici a Doha. Il ruolo di mediatore l’ha svolto l’emiro del Kuwait, altro membro del CCG assieme all’Oman.
Non è chiaro quali saranno le conseguenze della distensione sulle politiche del Qatar. L’emirato ha sostenuto i Fratelli Musulmani dell’Egitto e degli EAU e sostiene le formazioni legate alla Fratellanza in Libia. Inoltre, ha dato asilo agli esponenti del movimento islamico e la cittadinanza alla sua guida spirituale, Yusuf al-Qaradawi. Per gli altri regni, anche l’emittente televisiva qatariota Al Jazeera ha fatto da amplificatore delle istanze della Fratellanza durante e dopo le primavere arabe. Ma all’inizio dell’anno, su pressione di Riad, Doha ha chiesto ad alcuni leader dei Fratelli Musulmani di lasciare il Paese.
Una crisi diplomatica che non ha avuto un impatto enorme sulle economie dei Paesi della Penisola arabica, ma ha turbato gli investitori e sono soprattutto i sauditi a investire in Qatar. Le monarchie del Golfo usano i proventi del petrolio per influenzare gli equilibri regionali, in competizione con l’Iran, e questa ritrovata armonia potrebbe avere ripercussioni su Paesi come la Libia, l’Egitto, la Siria, lo Yemen o l’Iraq. Sono inoltre le alleate degli Stati Uniti e fanno parte della coalizione anti-Isis (Stato islamico dell’Iraq e della Siria) guidata da Washington, che bombarda in Iraq e in Siria. I detrattori hanno però sottolineato quanto siano stati rilevanti i finanziamenti sauditi in chiave anti-Assad nella crescita dell’autoproclamato Stato islamico.
Damasco ha più volte accusato Riad di avere giocato un ruolo fondamentale nell’ascesa di gruppi come l’Isis, rifornendo di armi e di soldi le opposizioni al presidente Bashar al Assad, con la complicità di Washington. Un sostegno arrivato anche da Qatar, EAU e Turchia e denunciato dal vicepresidente Usa, Joe Biden, lo scorso ottobre.
Intanto, sabato Abu Dhabi si è allineata alle altre monarchie stilando una lunga lista di organizzazioni terroristiche. Sono oltre 80 i gruppi islamici messi all’indice e tra questo c’è anche l’Unione internazionale degli studiosi islamici, con sede in Qatar e legata alla Fratellanza. La decisione degli EAU è stata aspramente criticata dal leader Youssef al-Qaradawi. L’inclusione nella lista dell’organizzazione “non è basata su alcuna analisi”, è scritto in una nota, “l’Unione è attonita … e respinge con forza la descrizione” di formazione terroristica, che l’associa, peraltro, a gruppi come l’Isis e il Fronte al Nusra. Nella lista ci sono anche gli sciiti yemeniti del movimento Houthi. Nena News