Il disequilibrio libico e la lotta tra le diverse fazioni presenti nel paese hanno in primo luogo un effetto diretto sulla popolazione locale con un peggioramento progressivo e radicale della quotidianità dei singoli
di Francesca La Bella
Roma, 23 novembre 2017, Nena News - Le situazione libica incide sulle dinamiche internazionali: sui rapporti diplomatici tra paesi occidentali come sulle politiche di controllo del prezzo del petrolio, sui flussi migratori così come sul bilanciamento degli equilibri tra nord e sud del Mediterraneo. Spesso, però, si dimentica che il disequilibrio libico e la lotta tra le diverse fazioni presenti nel paese hanno in primo luogo un effetto diretto sulla popolazione locale. Non solo la paura dei combattimenti, la mancanza di infrastrutture e la scarsità di beni e servizi di prima necessità, ma anche e soprattutto un peggioramento progressivo e radicale della quotidianità dei singoli.
I servizi sanitari sono in continuo deficit e, ormai, totalmente dipendenti dagli aiuti internazionali. E nonostante questo il livello di mantenimento resta ben al di sotto del minimo accettabile. A questa già difficile situazione si somma la totale mancanza di sicurezza. Quest’ultima risulta essere la motivazione principale della protesta che da lunedì coinvolge i medici della provincia meridionale di Sabha.
Dopo il rapimento giovedì scorso da parte di un gruppo non identificato del dottor Salem al-Selhab, specialista del dipartimento chirurgico del Sabha Medical Center, il più grande ospedale nel sud della Libia, i medici locali hanno dichiarato dieci giorni di sciopero. Da un lato i sanitari richiedono l’immediata liberazione del collega, dall’altra rivendicano politiche tese a garantire la sicurezza delle strutture e del personale. La protesta si è concentrata principalmente sulle mancanze di un governo centrale incapace di mantenere il controllo del territorio con il conseguente ampliamento della capacità di intervento di bande armate di diversa natura.
Parallelamente le stesse forze che fanno riferimento al governo centrale di Tripoli o a componenti istituzionali regionali si sono rese protagoniste di azioni contro la popolazione civile in contesti totalmente avulsi dalle contingenze belliche. E’ questo il caso dell’incursione e dell’arresto di numerosi giovani con l’accusa di immoralità durante una convention di fumetti e videogiochi a inizio mese da parte delle Forze Speciali di Deterrenza (Rada), milizia armata di ispirazione islamista di stanza a Tripoli e legata al Governo di Accordo Nazionale (Gna) alla guida del paese.
Secondo quanto riportato da Al Monitor la maggior parte di coloro che sono stati arrestati sono stati rilasciati solo dopo essere stati costretti ad ascoltare una conferenza di due autorità religiose su quanto i fumetti e i relativi mascheramenti siano correlati all’adorazione del diavolo. Sei degli organizzatori sarebbero, invece, ancora sotto la custodia della Rada per aver danneggiato la “moralità pubblica”.
Spostandosi in Cirenaica, le forse legate al governo di Tobruk e al generale Khalifa Haftar non sono esenti da accuse dello stesso genere. Dopo la scoperta di alcune fosse comuni nelle aree limitrofe a Tripoli, un gruppo di avvocati europei per i diritti civili che rappresentano le vittime degli abusi in Libia hanno chiesto che la Corte penale internazionale (Icc) valuti la possibilità di perseguire per crimini di guerra Haftar in quanto comandante dell’Esercito Nazionale Libico (Lna). Secondo quanto denunciato dal Gruppo Guernica 37 centinaia di civili sarebbero, infatti, stati oggetto di sfollamento, tortura e omicidio da parte del Lna in maniera deliberata.
Infine non si dimentichi che la gestione interna e internazionale dei flussi migratori ha indotto una situazione in cui manca la garanzia dei più basilari diritti umani. Le violenze nei confronti dei migranti nei centri di detenzione libica, la cacciata delle Ong dalle acque territoriali libiche e lo sfruttamento massivo di coloro che non riescono più ad attraversare il Mediterraneo sono sicuramente gli aspetti più evidenti e tragici della questione.
Il potere che deriva dal controllo dei flussi e dagli accordi con i paesi europei (che, nel caso francese, hanno portato a scontri tra manifestanti e polizia nel centro di Parigi) ha, però, rafforzato anche alcuni protagonisti minori della contesa libica, scatenando nuove guerre intestine per il controllo del territorio e dei finanziamenti. L’evoluzione della relazione tra i principali contendenti, Tripoli e Tobruk, che in questo momento sembra registrare una fase di riavvicinamento, si affianca alla progressiva ridefinizione di altri attori e la pervasività della presenza delle milizie impatta direttamente sulla vita quotidiana dei migranti e degli stessi civili libici. Nena News
Francesca La Bella è su Twitter: @LBFra