Fatima Khaizaran, coordinatrice dei progetti dell’organizzazione palestinese Beit Atfal Assomoud, racconta del lavoro nei campi profughi in Libano, per dare sostegno e dignità a un popolo in diaspora
della redazione
Roma, 22 marzo 2014, Nena News – Oggi in Libano vivono circa 450mila palestinesi, in maggioranza in 12 campi sparsi nel Paese e in condizioni precarie, ai margini della società, senza diritti e costretti a svolgere i lavori più umili. I bambini palestinesi, e adesso anche tanti arrivati dalla Siria (sia siriani sia siro-palestinesi) per sfuggire a tre anni di guerra, crescono in campi sovraffollati e privi di servizi -dall’acqua all’elettricità- e anche l’accesso all’istruzione per loro è una sfida difficile. Infatti, spiega la Ong italiana Un Ponte Per…, il Libano è l’unico Paese dove l’Agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi (Unrwa) deve garantire il ciclo di studi secondari a causa delle limitazioni imposte dalla scuola pubblica e dall’alto costo dell’insegnamento privato. Inoltre, le leggi libanesi impediscono ai palestinesi l’accesso a molte professioni, non riconoscono loro il diritto alla salute, all’istruzione e alla proprietà privata.
È in questo contesto, segnato dalla discriminazione, che da 38 anni lavora l’organizzazione palestinese Beit Atfal Assomoud (la Casa dei Figli della Resistena). Con i suoi dieci centri in altrettanti campi, è un punto di riferimento per i palestinesi che vivono in Libano e adesso anche per quelli che in migliaia sono arrivati dalla Siria. Questa organizzazione è nata nel 1976, durante la guerra civile libanese, dalle ceneri della tragedia consumatasi nel campo di Tel al-Zaatar, nella zona nord-orientale di Beirut. Dopo un assedio di sette mesi, l’insediamento fu assalito dalle milizie cristiane falangiste e nell’attacco morirono circa quattromila persone, civili palestinesi e libanesi. Assomoud fu fondata dall’attuale presidente, Kassem Aina, con l’obiettivo di prendersi cura degli orfani del massacro, dare loro una casa e aiutarli a inserirsi nella società.
Assomoud fornisce servizi gratuiti alle famiglie in difficoltà e offre ai bambini la possibilità di avere un luogo di incontro, di frequentare l’asilo, corsi di musica, di danza e classi di recupero e di formazione professionale. Un progetto portato avanti assieme ad altre organizzazioni internazionali, tra cui Un Ponte Per… con cui Assomoud lavora da anni al progetto di sostegno a distanza Family Happiness, per garantire il diritto allo studio ai bambini e ai ragazzi in difficoltà.
Ma offrire servizi non è l’unico obiettivo di Assomoud. “Con il nostro lavoro cerchiamo di migliorare l’esistenza delle persone anche sotto l’aspetto emotivo e psicologico, di dare senso e coesione alla vita dei profughi palestinesi e di restituire loro dignità”, ha spiegato Fatima Khaizaran, coordinatrice dei progetti d Beit Atfal Assomoud. Nena News
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*questo video è stato pubblicato anche sul sito di Un Ponte Per…