Continuano le proteste contro Baghdad nel sud del Paese. A preoccupare i residenti, oltre agli scarsi interventi statali nell’area, anche il problema dell’inquinamento delle acque. Per la ong Mercy Corps “il rischio di una epidemia di colera è possibile”
della redazione
Roma, 5 settembre 2018, Nena News – Almeno 6 persone sono state uccise ieri (12 i feriti) nel corso delle manifestazioni che hanno attraversato la città meridionale irachena di Bassora. Secondo fonti locali, gli scontri con le forze di sicurezza sono iniziati quando alcuni dimostranti hanno assaltato e dato fuoco con una molotov ad un ufficio governativo. La situazione, però, era già tesissima in città dopo che un manifestante, Yasser Makki, era stato ucciso lunedì notte nel corso degli scontri tra dimostranti e polizia.
In attesa che venga formato un nuovo governo, il premier uscente al-Abadi ha convocato ieri una riunione di emergenza per discutere di quanto sta avvenendo nella seconda città irachena. I media locali riferiscono che al-Abadi avrebbe ordinato al ministero dell’interno di aprire una inchiesta per verificare la morte di Makki. “I nostri ordini sono chiari riguardo al divieto di sparare pallottole vere durante le dimostrazioni” ha detto il premier durante la conferenza stampa settimanale. Di inchiesta ha parlato anche Mahdi al-Tamimi, il capo della Commissione dei diritti umani Iraq.
Mustafa Saadoun, direttore dell’Osservatorio iracheno per i diritti umani, ha puntato il dito contro Baghdad: “E’ chiaro che il governo stia utilizzando una forza eccessiva. E’ chiaro che le pallottole vere siano dirette: molti feriti presentano ferite alla testa”.
Da mesi i cittadini del sud scendono in piazza per protestare contro gli scarsi investimenti statali in questa area del Paese, la corruzione politica e la mancanza di acqua potabile. A poco è servita finora la scelta di al-Abadi di sospendere il ministro dell’elettricità lo scorso mese. L’ex collega di governo fu solo la vittima sacrificale da dare in pasto ai cittadini di Bassora per placare la loro rabbia. La mossa populista di al-Abadi non ha prodotto però risultati: le proteste sono continuate e il clima si è fatto ancora più teso.
Tiene banco, soprattutto nelle ultime settimane, la questione dell’inquinamento dell’acqua a Bassora. Deepmala Mahla, direttore nel Paese per la Ong Mercy Corps, ha parlato a riguardo di situazione estremamente urgente. “C’è una crisi sanitaria che deriva dalla contaminazione delle acque e sono stati registrati migliaia di casi di persone che sono andati in ospedale a causa di questo problema” ha detto Mahla ad al-Jazeera. “C’è una forte mancanza di acqua potabile sia in qualità che in quantità nel sud dell’Iraq – ha aggiunto – Queste condizioni sono preoccupanti e rendono possibile il rischio di una epidemia di colera”. Nena News