Mentre Washington autorizza la Boeing a vendere pezzi di ricambio a Teheran dopo un embargo di 35 anni, si parla di intesa vicina tra 5+1 e Iran: in un mese bozza definitiva dell’intesa sul nucleare.
dalla redazione
Roma, 5 aprile 2014, Nena News – Il percorso verso la stabilizzazione delle relazioni tra Iran e Occidente passa per gli aerei civili. Gli Stati Uniti hanno riconosciuto alla compagnia Boeing la licenza a vendere a Teheran pezzi di ricambio da utilizzare per “ragioni di sicurezza dei voli”.
Si tratta del primo contratto che la Boeing firmerà con la Repubblica Islamica dal 1979, quando tutte le relazioni commerciali vennero interrotte dall’embargo imposto dopo la fuga dello scià e la salita al potere dell’Ayatollah Khomeini. La compagnia Boeing sarà autorizzata a vendere solo componenti che garantiranno la sicurezza dei voli, gli stessi venduti prima del 1979. Sono stati oltre 200 gli incidenti di aerei iraniani negli ultimi 25 anni, con un bilancio di oltre 2mila vittime. Nessun via libera, invece, alla vendita di nuovi aeromobili una volta che le sanzioni saranno definitivamente cancellate.
Il semaforo verde del Dipartimento del Tesoro americano è parte dell’accordo temporaneo che prevede l’allentamento delle sanzioni finanziarie e commerciali contro Teheran, a seguito dell’intesa sul nucleare firmata a novembre 2013 con il nuovo governo iraniano guidato dal moderato Rowhani: da parte sua l’Iran ha accettato di ridurre le attività nucleari per sei mesi.
Sul piano diplomatico, proseguono gli sforzi tra i governi del 5+1 e Teheran per l’implementazione dell’accordo di novembre: ieri un funzionario americano, che non ha voluto rivelare il suo nome, ha detto all’AP che la bozza finale di accordo sul nucleare sarà redatta il mese prossimo, con l’obiettivo di giungere ad un patto definitivo entro luglio. I capi negoziatori dovrebbero incontrarsi a Vienna la prossima settimana, tra l’8 e il 9 aprile. Non manca ottimismo tra i ranghi statunitensi, seppur all’orizzonte si stiano paventando alcuni ostacoli. Tra questi il reattore ad acqua pesante di Arak, che il 5+1 intende neutralizzare completamente, a differenza dell’Iran che lo definisce un impianto a scopi meramente energetici.
Altro ostacolo è rappresentato dalle voci su un presunto accordo commerciale tra Mosca e Teheran per la vendita di greggio, accordo che violerebbe le basi dell’intesa tra 5+1 e Iran perché cancellerebbe le sanzioni energetiche ed economiche prima della definitiva firma dell’accordo sul nucleare.
Proprio il 20 luglio scadrebbe l’accordo ad interim di sei mesi firmato a febbraio nella capitale austriaca e che andrà rinnovato se non si giungerà ad un patto definitivo, tra i non pochi scetticismi dei nemici storici dell’Iran, Arabia Saudita e Paesi del Golfo in testa, oltre al rivale di sempre, Israele, secondo i quali il volto moderato del nuovo Iran serve solo come specchietto per le allodole.
E se a Tel Aviv accusavano Obama di codardia e promettevano un attacco in solitaria contro la Repubblica Islamica, da parte sua l’Arabia Saudita – alleato di ferro statunitense – ad ottobre dello scorso anno rifiutava il seggio di membro temporaneo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Un atto senza precedenti letto da alcuni proprio come un chiaro messaggio all’amministrazione d Washington e alle sue politiche di dialogo con l’Iran. Nena News