Si scappa per scampare a persecuzioni e conflitti, più che per ragioni economiche. Aumenta il numero dei rifugiati al mondo: quasi 60 milioni. Il triste primato spetta ai siriani: dopo cinque anni di guerra, in quasi quattro milioni hanno lasciato il Paese
della redazione
Roma, 19 giugno 2015, Nena News – Le guerre, le violenze, le persecuzioni. Sono queste le ragioni, più dei motivi economici, che spingono alla fuga milioni di persone, secondo Human Rights Watch, ed è il conflitto in Siria a provocare il maggior numero di rifugiati.
Alla vigilia della Giornata mondiale del Rifugiato, si tirano le somme di un anno, il 2014, segnato dai conflitti in Medio Oriente e dalle stragi di migranti nel Mediterraneo. Un anno da record, con quasi sessanta milioni di persone in fuga, soprattutto dalla guerra siriana, che vede un incremento di oltre otto milioni di persone rispetto al 2013. Circa 42.500 sfollati al giorno. Dei sessanta milioni di sfollati interni e di profughi, almeno venti milioni sono rifugiati e oltre la metà di questi sono minorenni.
È il “caos”, secondo Antonio Guterres, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), “Sempre più persone stanno soffrendo e purtroppo non è possibile aiutare molte di loro”. Guterres, parlando alla Bbc, ha sottolineato che le organizzazioni umanitarie non riescono a far fronte all’emergenza e che non si può contare soltanto sull’intervento umanitario per rimettere ordine nel caos provocato dai conflitti. Sono 15 (tre in Medio Oriente e otto in Africa) le guerre iniziate o acuitesi negli ultimi cinque, con il loro carico di vittime, distruzione e sfollati costretti ad abbandonare il proprio Paese a causa delle violenze e delle persecuzioni.
I siriani hanno superato in numero tutti gli altri rifugiati, seguiti da afgani e somali ed eritrei. Sono trascorsi cinque anni di guerra e la Siria è un Paese spezzato, distrutto e devastato dai combattimenti di cui non si vede la fine. Il numero degli sfollati interni è arrivato a 7,6 milioni di persone, mentre altre 3,9 milioni di siriani ha trovato rifugio oltreconfine, soprattutto in Libano, Turchia e Giordania. In tanti hanno intrapreso il viaggio verso l’Europa attraverso il Mediterraneo, affidandosi ai trafficanti di essere umani, e molti di loro sono tra le vittime dei naufragi che stanno segnando la tratta verso i Paesi europei, che il 25 si riuniscono nuovamente per affrontare la questione dell’accoglienza. Secondo l’Organizzazione internazionale per le Migrazioni, oltre 102mila persone sono riuscite ad approdare vive sulle coste dei Paesi europei dal primo gennaio al 9 giugno.
Secondo l’Onu, nel 2015 oltre un terzo dei rifugiati arrivati in Europa, soprattutto in Grecia, a Malta e in Italia, è siriano, ma sono i Paesi confinanti con la Siria a farsi carico maggiormente di chi fugge dal conflitto. Un’accoglienza non senza problemi, quella che i siriani trovano in Turchia, in Giordania e soprattutto in Libano.
La popolazione del Paese dei cedri (circa 4,5 milioni) ormai è per un quarto composta da rifugiati siriani: la più alta proporzione di rifugiati pro capite al mondo. Una situazione che mina la stabilità di uno Stato alle cui porte si combatte una guerra che appare senza soluzione e al suo interno è segnato da divisioni, disoccupazione crisi economica. Il timore che la presenza dei profughi siriani destabilizzi il Paese ha spinto le autorità libanesi a richiedere il visto e a sottoscrivere un impegno a non lavorare ai siriani. Nuove regole per fra fronte a un’emergenza di enormi proporzioni, che potrebbe durare ancora molti anni. Il ritorno a casa per i siriani al momento è un miraggio e anche se dovesse terminare il conflitto, la Siria è un Paese distrutto, dove sono state azzerati i servizi e le infrastrutture. Una ferita che non si rimarginerà in breve tempo e che costringerà molte persone a vivere da rifugiati ancora a lungo.
Problemi di accoglienza che riguardano soprattutto i Paesi in via di sviluppo. In Medio Oriente, in Africa, in Asia sono gli Stati più poveri ad accogliere chi fugge dalle violenze e dalle persecuzioni. Le migliaia di persone che arrivano, o cercano di arrivare in Europa sono una porzione minima dei rifugiati del mondo. Nena News
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