La settimana scorsa Serbia e Marocco hanno firmato importanti accordi di cooperazione e ribadito il reciproco sostegno alla loro integrità territoriale, con buona pace delle rivendicazioni kosovare e del Sahara Occidentale
di Marco Siragusa
Roma, 14 maggio 2021, Nena News – Il 5 e 6 maggio il ministro degli Esteri serbo Nikola Selakovic si è recato in Marocco per una visita ufficiale in occasione del 64esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. Numerosi i colloqui avuti con le più alte cariche dello Stato nordafricano, tra cui il sindaco di Rabat Mohamed Sadiki con cui ha discusso la possibilità di creare legami più forti tra le due capitali.
Particolarmente significativo dal punto di vista politico l’incontro con il ministro degli Esteri Nasser Bourita. I due hanno firmato un Memorandum sul rafforzamento delle consultazioni politiche e soprattutto un accordo di cooperazione per il triennio 2021-2024 nel campo della cultura, della ricerca scientifica, delle comunicazioni e della difesa con l’obiettivo di favorire gli scambi di conoscenze ed esperienze. I ministri hanno inoltre annunciato lo svolgimento, dal vivo se le condizioni pandemiche lo permetteranno, a Belgrado della terza sessione della Commissione mista sul commercio e la cooperazione scientifica ed economica per metà giugno.
Nella conferenza stampa successiva all’incontro, il ministro Bourita ha definito questi accordi come una vera e propria «road map che darà un forte impulso alle relazioni economiche» tra i due paesi, accomunati da «64 anni di amicizia e solidarietà, fiducia e mutuo rispetto». Solidarietà espressa da entrambe le parti per quanto riguarda un tema delicato: quello dell’integrità territoriale. Selakovic ha mostrato apprezzamento per il supporto ricevuto in questi anni dal Marocco nel rifiutare il riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo, dichiarata unilateralmente nel 2008.
Rifiuto confermato dalle parole di Bourita secondo cui «il Marocco sarà sempre contro il separatismo e i tentativi di mettere in pericolo l’unità nazionale e l’integrità degli Stati come nel caso del Kosovo, che il Marocco considera parte della Serbia». Una presa di posizione netta che rispecchia la posizione di Belgrado nei confronti delle rivendicazioni del popolo Saharawi. Per il ministro serbo, il Piano di autonomia presentato da Rabat, che prevede il riconoscimento di alcune autonomie alla regione del Sahara Occidentale ma sempre all’interno dello Stato marocchino, rappresenta «un’alternativa seria e credibile allo stallo diplomatico».
Proprio su questo tema sorsero in passato alcuni contrasti tra il Marocco e l’allora Jugoslavia socialista. I due paesi stabilirono relazioni diplomatiche già nel 1957 e contribuirono entrambi in maniera determinante alla nascita del Movimento dei Paesi Non Allineati. Nel 1984, quattro anni dopo la morte del Maresciallo Tito che aveva già espresso dubbi sulla gestione marocchina della vicenda, la Jugoslavia fu il primo e unico paese in Europa, oltre l’Albania, a riconoscere la Repubblica Araba Democratica Saharawi proclamata nel 1976. In linea con quanto fatto nel resto del mondo a sostegno delle nazioni più povere, la Jugoslavia avviò un programma di istruzione per i membri del Fronte Polisario.
Il riconoscimento portò quindi alla rottura delle relazioni diplomatiche con il Marocco per un periodo di quattro anni. Dopo la dissoluzione della Jugoslavia, la Serbia allineò nuovamente la sua politica a quello dello Stato marocchino ritirando il sostegno alla lotta per il riconoscimento del Sahara Occidentale. Oggi, come ribadito dalla visita della settimana scorsa, i rapporti tra Serbia e Marocco godono di ottima salute. Nel 2018 il ministro Bourita si era recato in visita a Belgrado, la prima volta di un ministro marocchino dopo 14 anni. In quell’occasione, dopo un incontro con l’allora ministro degli Esteri e vice premier serbo Ivica Dacic, aveva parlato di «una sorta di luna di miele» tra i due paesi. Luna di miele destinata a prolungarsi ancora nei prossimi anni dopo gli accordi firmati nei giorni scorsi.