L’obiettivo è arrestare il palestinese che ieri ha ucciso un ufficiale di polizia israeliano e ferito la moglie e il figlio. Ma a morire è oggi anche una donna di Aida (Betlemme). La palestinese, malata di cuore, sarebbe deceduta dopo aver inalato i gas lacrimogeni sparati dall’esercito israeliano. Sparato alle gambe stamane un giovane palestinese nel nord della Striscia di Gaza. Si era avvicinato ad “un’area proibita” secondo Tel Aviv.
dalla redazione
Roma, 15 aprile 2014, Nena News - Una donna palestinese è morta in ospedale dopo aver inalato i gas dei lacrimogeni usati ieri dai soldati israeliani per disperdere i manifestanti palestinesi nel campo profughi di Aida (vicino Betlemme) nella Cisgiordania occupata.
In tarda serata di ieri i soldati israeliani hanno “sparato gas lacrimogeni vicino alla casa della donna che soffriva di problemi di cuore” ha raccontato all’AFP un ufficiale medico. “La donna quarantenne è morta dopo essere arrivata in ospedale” ha aggiunto. Tel Aviv nega qualunque responsabilità sostenendo che non sono stati i lacrimogeni ad aver ucciso la donna. Quanto accaduto in queste ore ricorda la tragica morte del palestinese di 85 anni di Nablus deceduto a casa sua dopo aver respirato i gas di un lacrimogeno sparato dai soldati israeliani.
Intanto è in corso un massiccio dispiegamento di forze israeliane nell’area di Hebron. I soldati di Tel Aviv hanno bloccato le principali strade ed eretto un checkpoint in due villaggi vicini alla città palestinese nel tentativo di catturare l’uomo armato che ieri ha ucciso un israeliano e ha ferito sua moglie e il figlio di nove anni. I raid dell’esercito hanno luogo ora a Idhna (a ovest di Hebron) e nella vicina Tarquimiya.
L’uomo assassinato ieri era un ufficiale di polizia quarantenne residente in Israele a Modiin. Nella sparatoria sono stati feriti anche la moglie e il figlio di 9 anni anche loro a bordo della macchina colpita dall’uomo armato palestinese. Trasferiti in ospedale, le loro condizioni non dovrebbero destare preoccupazioni. Fortunatamente illesi anche altri tre bambini presenti al momento dell’attacco.
L’attacco di ieri è stato celebrato da Hamas e dalla Jihad islamica che hanno parlato di ritorsione dopo i recenti disordini alla moschea di al-Aqsa nella città vecchia di Gerusalemme. Nessuno dei gruppi però ha rivendicato la responsabilità dell’attacco. La sparatoria mortale ha luogo nel primo dei sette giorni della festa pasquale ebraica. Anche a settembre un soldato israeliano morì dopo essere stato sparato sempre a Hebron durante la festa di Sukkot.
Ma a sparare con armi da fuoco è anche l’esercito israeliano. Ferito stamane alle gambe un diciannovenne palestinese, Wasim Abu Audah, nel nord della Striscia di Gaza. I soldati di Tel Aviv, posizionati vicino al valico di Erez, hanno aperto il fuoco su un gruppo di una trentina di palestinesi che raccoglievano pietre nei campi vicini. Un portavoce dell’esercito ha confermato l’attacco ma ha giustificato la sparatoria: “è una area proibita. Non dovrebbero essere lì”. Nena News