Un 18enne palestinese ucciso oggi a Hebron durante un tenativo di accoltellamento fa salire a 39 il bilancio dei morti palestinesi dal primo ottobre. Sono otto invece gli israeliani. Ieri riunito d’urgenza il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Kerry incontra Netanyahu la prossima settimana
AGGIORNAMENTI
ore 12.00 – HEBRON:UCCISA DONNA PALESTINESE IN TENTATIVO DI ACCOLTELLAMENTO
Un altro morto a Hebron, in Cisgiordania, dove stamattina un colono ha ucciso un ragazzo palestinese di 18anni, accusandolo di aver tentato di aggredirlo. Mentre ancora non è chiara la dinamica dell’accaduto, in un altro incidente una donna palestinese è stata uccisa dai soldati israeliani nei pressi della colonia ebraica illegale di Kiryat Arba.
Secondo quanto riferito dalla polizia, la donna avrebbe aggredito con un coltello una soldatessa rimasta lievemente ferita alla mano e i soldati avrebbero aperto il fuoco, uccidendola.
Stamattina in un incidente simile, ma a Gerusalemme, è morto un 16enne palestinse.
La città vecchia di Hebron è occupata da circa 600 coloni che hanno preso possesso di edifici e case, in violazione del diritto internazionale. L’area è presidiata dai militari israeliani e vi si accede passando per check point.
ore 11.45 – IL VIDEO DELLA SPRARATORIA DI HEBRON: UN COLONO HA UCCISO UN PALESTINESE
Il sito Middle East Eye ha pubblicato un video in cui sono ripresi i momenti dopo l’uccisione del 18enne palestinese Fadel al Qawasmeh. I soldati israeliani circondano il corpo del ragazzo, mentre il colono è lì con loro, ancora armato.
Un attivista palestinese ha raccontato che Fadel al Qawasmeh era stato fatto entrare in via Shehada, strada della città vecchia chiusa da posti di blocco israeliani, dagli stessi soldati. Secondo i palestinesi che vivono a Hebron, i coloni ebrei si sentono autorizzati a uccidere i palestinesi. L’uomo che ha sparato non è stato arrestato, stando ai racconti di alcuni testimoni che all’agenzia palestinese Ma’an hanno raccontato di aver visto i coloni distribuire caramelle dopo la sparatoria.
Sale così a 38 il numero dei palestinesi morti dal primo ottobre. Nena News
ore 10.30 -GERUSALEMME – CISGIORDANIA: DUE PALESTINESI UCCISI IN TENTATIVI DI ACCOLTELLAMENTO
Si chiamava Fadel al-Kawatsmi e aveva 18 anni il palestinese che stamattina ha tentato di accoltellare un colono ebreo nel centro di Hebron, in Cisgiordania, ed è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dal colono, rimasto illeso.
È questa la ricostruzione fornita dall’esercito israeliano di uno dei due incidenti avvenuti a Hebron, città di 200mila abitanti, dove si sono insediati illegalmente 500 coloni ebrei, protetti da un massiccio schieramento di soldati israeliani.
Nelle stesse ore un altro palestinese è stato ucciso dalla polizia israeliana a Gerusalemme est, parte palestinese della città. Avrebbe tentato di accoltellare un soldato a un posto di blocco nei pressi delll’insediamentoa ebraico di Armon Hanetsiv (o East Talpiot), ha detto la polizia. Nena News
della redazione
Roma, 17 ottobre 2015, Nena News – Mentre la diplomazia internazionale si è messa lentamente in moto per cercare una soluzione all’ondata di violenze che dal primo ottobre infiamma Israele e i Territori palestinesi occupati, la tensione resta alta e ieri è stata un’altra giornata di scontri: sono stati quattro i palestinesi uccisi dai soldati israeliani e un attacco incendiario da parte di manifestanti palestinesi alla tomba di Giuseppe a Nablus, Cisgiordania, ne ha distrutto una parte.
Il segretario Usa John Kerry la prossima settimana incontrerà in Germania il premier israeliano Benjamin Netanyahu e ieri si è riunito in sessione straordinaria il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Pare che al momento non sia prevista alcuna risoluzione. Secondo fonti diplomatiche, la Giordania, custode delle moschee di al Aqsa e della Roccia, il sito religioso al centro della contestazione sfociata in violenze nelle ultime settimane, preme per l’approvazione di una dichiarazione comune di israeliani e palestinesi che metta fine agli scontri. Ma al momento non sembrano esserci spiragli: gli israeliani accusano il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, di incitare alla violenza e hanno preso misure durissime.
I quartieri palestinesi di Gerusalemme sono stati blindati, lo è tutta la città in cui sono state rafforzate le misure di sicurezza e sono stati dispiegati centinaia di agenti e soldati. Tel Aviv ha deciso per il pugno duro anche con i responsabili degli accoltellamenti di israeliani, quasi tutti uccisi: i loro corpi non saranno consegnati alle famiglie alle quali saranno demolite le case e confiscate le proprietà. Misure giudicate una “punizione collettiva” da molte organizzazioni per i diritti umani.
Gli israeliani non ne vogliono sapere neanche della la proposta francese, riportata da Le Figaro, di inviare osservatori internazionali a Gerusalemme, per controllare che non siano commesse violazioni delle regole sulla Spianata delle Moschee, il luogo che ha dato il via a quella che è stata ribattezzata intifada. L’intifada dei coltelli per gli israeliani, l’intifada di Gerusalemme per Hamas. Ma gli scontri e gli accoltellamenti si sono diffusi anche nei Territori palestinesi occupati e al confine con la Striscia di Gaza.
Il bilancio delle vittime è di otto israeliani uccisi quasi tutti in attacchi con coltelli, e 37 palestinesi uccisi dal fuoco israeliano, 15 dei quali legati agli accoltellamenti, mentre gli altri sono morti durante le manifestazioni e gli scontri. Le misure adottate da Tel Aviv hanno fatto montare ulteriormente la rabbia tra i palestinesi e stamattina c’è stato l’ultimo tentativo di accoltellamento, secondo quanto riferito dall’esercito israeliano: a Hebron, in Cisgiordania, un 18enne palestinese è stato ucciso da un ebreo dopo aver tentato di accoltellarlo. Nena News
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