Lancio di un missile verso il territorio israeliano, l’aviazione di Tel Aviv risponde con due bombardamenti. Intanto, si susseguono le voci di un negoziato segreto che potrebbe muovere altri passi la prossima settimana.
AGGIORNAMENTO ORE 13.15
GRUPPO SALAFITA RIVENDICA LANCIO RAZZI DA GAZA VERSO ISRAELE
Il gruppo salafita Brigate dello Sceicco Omar Khadir ha rivendicato il lancio verso la citta’ israeliana di Ashqelon avvenuto durante la notte. In reazione Israele ha colpito senza fare vittime due postazioni del movimento islamico Hamas ad al Burej, a sud di Gaza city.
della redazione
Gerusalemme, 16 luglio 2015, Nena News – Questa mattina all’alba l’aviazione israeliana ha compiuto due raid contro Gaza di Gaza, dopo che un missile – lanciato dalla Striscia – è caduto vicino alla città israeliana di Ashkelon, in una zona disabitata, alle due della notte scorsa. Lo riporta un portavoce dell’esercito israeliano: il missile non ha provocato danni.
Secondo fonti palestinesi, l’aviazione ha colpito la sede dell’Amministrazione Civile a Jabaliya, nord di Gaza, e un sito nel campo profughi di Al-Bureij, nel centro, per Israele usato da gruppi armati palestinesi (quindi considerato “infrastruttura terroristica”). In entrambi i casi i raid non hanno provocato morti né feriti.
Un caso simile si era verificato il 24 giugno, e ancora prima: missili lanciati da Gaza avevano provocato la reazione israeliana. Anche in quel caso le autorità di Tel Aviv ne hanno imputato la responsabilità ad Hamas, governo de facto della Striscia, ma il movimento islamista palestinese ha rigettato le accuse. Dietro, starebbero gruppi salafati radicali, che intendono così sfidare l’autorità di Hamas che sta cercando di mantenere saldo il cessate il fuoco con Israele. Tanto da – dicono fonti interne palestinesi e israeliane – avviare un dialogo segreto con Tel Aviv, sotto l’ombrello del Qatar, per giungere ad una tregua di lungo periodo che dia maggiore respiro ad una popolazione civile ancora stremata dagli effetti dell’attacco della scorsa estate.
Un dialogo sarebbe stato aperto anche per il rilascio di due israeliani che, secondo Israele, sarebbero detenuti nella Striscia. Si tratterebbe di Avraham Mengistu, etiope israeliano, e di un giovane beduino il cui nome non è stato ancora pubblicato (ma potrebbe trattarsi di Hashem al-Sayyed). Secondo il quotidiano “The Times of Israel”, i due sarebbero parte del più ampio negoziato per la tregua, così come la riconsegna dei resti dei soldati israeliani Shaul e Goldin, l’allentamento del blocco sulla Striscia e la costruzione di un porto e un aeroporto.
Secondo fonti arabe, la prossima settimana si potrebbe giungere ad un qualche passo avanti, sebbene ufficialmente Israele neghi di voler siglare un cessate il fuoco permanente con Hamas. Ma le voci si sovrappongono, si confermano e si smentiscono a vicenda: il sito web Ynet News riporta della possibilità di uno scambio tra Hamas e Israele, i corpi dei due soldati in cambio di quelli di palestinesi uccisi durante l’operazione “Margine Protettivo”. Nena News
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