Approvato un progetto edilizio che cancellerebbe lo storico cimitero islamico. E anche in Cisgiordania la macchina degli insediamenti procede a ritmo serrato
della redazione
Roma, 29 luglio 2015, Nena News – Un progetto imponente: circa duecento abitazioni, 480 stanze d’albergo, negozi e un parcheggio. Tutto questo dovrebbe essere costruito sul cimitero islamico di Mamilla, uno dei luoghi storici più importanti del Medio Oriente, appena fuori dalle mura della Città Vecchia di Gerusalemme, nella parte israeliana.
Il piano approvato questo mese dalle autorità israeliane prevede il dissotterramento di decine di tombe risalenti ad almeno mille anni fa. Infatti, si ritiene che a Mamilla siano stati sepolti sia accompagnatori di Maometto sia migliaia di guerrieri di Saladino che combatterono contro i crociati. Fino al 1948, fu luogo di sepoltura delle famiglie palestinesi più in vista della città.
Non è la prima volta che il cimitero entra nel mirino degli investimenti edilizi a Gerusalemme: su parte di esso, infatti, sorge il Museo della Tolleranza, voluto dal Comune. Per costruirlo sette anni fa furono dissotterrati 1.500 resti.
Mamilla è nei piani edilizi che Israele ha per Gerusalemme da anni. Un progetto per la costruzione di un tribunale, sempre su parte del camposanto, fu respinto due anni fa dopo avere provocato un’ondata di proteste. Polemiche e critiche che si ripetono anche questa volta, perché il cimitero, oltre a essere un luogo di rilevanza storica, è uno dei luoghi simbolo della cultura e della storia islamica della città e cancellarlo, come accadrebbe con il nuovo progetto edilizio, fa parte di un più ampio piano per “smantellare pezzo per pezzo quel che resta del patrimonio islamico a Gerusalemme, allo scopo di ripulire l’area e renderla ebraica”, secondo l’archeologo israeliano Gideon Suleimani.
Si tratta di una politica di occupazione della città e di revisione della sua storia. Un’estensione del Museo della Tolleranza, ha spiegato al sito Middle East Eye Zaki Aghbaria, portavoce del braccio settentrionale del Movimento islamico in Israele: “(Il progetto) va inquadrato nei continui sforzi per prendere il controllo dei luoghi sacri islamici di Gerusalemme, inclusa la vicina moschea di Al Aqsa, dove domenica scorsa 19 palestinesi sono rimasti feriti dopo che la polizia israeliana ha fatto irruzione per consentire l’ingresso ad alcuni fedeli ebrei. I fatti di domenica finiranno sul tavolo della Lega Araba che ha convocato una riunione d’urgenza su quelli che le autorità palestinesi hanno definito gli “sviluppi pericolosi” nel sito della moschea.
È difficile che i piani per Mamilla siano modificati e diversi archeologi temono che le ruspe non presteranno grande attenzione alle storiche sepolture custodite nel sito. In Israele l’archeologia è talvolta al servizio dell’agenda politica, come ha denunciato in un recente rapporto dell’Accademia nazionale delle Scienze che ha accusato i funzionari israeliani di diffondere informazioni false sui siti archeologici. Inoltre, il rapporto compilato da Yoram Tsafrir, uno dei maggiori archeologi israeliani, parla di doppio standard da parte delle autorità dello Stato ebraico: se si tratta di scavare in luoghi dove ci sono sepolture ebraiche, le restrizioni sono di gran lunga maggiori.
Le critiche al progetto difficilmente fermeranno il cantiere che potrebbe aprire in poche settimane. Intanto, Tel Aviv procede a ritmi serrati anche con gli insediamenti in Cisgiordania: 1.065 nuove abitazioni su terra palestinese, in otto colonie diverse tra Gerusalemme est e Cisgiordania. Un progetto che però ha scatenato il biasimo della Gran Bretagna. Il ministro Tobias Ellwood ha chiesto al governo israeliano di accantonare il progetto. Nena News