Dopo il via ai lavori per il “Museo della tolleranza”, svelato un nuovo progetto per la costruzione di 192 unità abitative, un centro commerciale e un hotel sul piú antico cimitero musulmano della città
di Ika Dano
Roma, 14 luglio 2015, Nena News – Dopo il progetto approvato definitivamente nel 2011 per la costruzione di un “Museo della Tolleranza” sul più grande e antico cimitero musulmano di Gerusalemme, quello di Mamilla (dall`arabo ma`man Allah, “santuario di Allah”), ora il Comitato distrettuale di Gerusalemme per la progettazione e costruzione annuncia l`ampliamento del piano a 192 nuovi appartamenti, un hotel da 480 camere, un centro commerciale e spazi auto. In nome “dell’unità e il rispetto tra gli Ebrei e le persone di ogni fede” - come recita l’introduzione al Museo della Tolleranza sul sito del Simon Wiesenthal Center – la giudaizzazione di Gerusalemme continua.
Come riportato ieri dal quotidiano isareliano Haaretz, il nuovo piano edilizio é stato proposto dalla compagnia municipale di costruzioni Eden, che non fa accenno all`ulteriore distruzione delle tombe del cimitero musulmano ma promette invece di trovare una nuova sede all`“Experimental School”, una delle scuole piú prestigiose e moderne di Gerusalemme.
Il progetto per lo smantellamento del cimitero di Mamilla – luogo di fede musulmano sin dal settimo secolo e ritenuto particolarmente importante per le sue tombe di santi Sufi, di compagni del profeta Mohammad, di prominenti famiglie di intellettuali e personalità di spicco gerosolomitane – risale al 2004. Sito nella Gerusalemme ovest conquistata dalle milizie israeliane nel 1948, il cimitero viene espropriato dall’Autorità per le Terre di Israele (ILA) e dunque passato al Simon Wiesenthal Center con il proposito di erigere un “Centro per la dignità umana”, parte del suo “Museo della Tolleranza”. Tema del Museo non la storia dell`Olocausto, già trattata dal Memorial Yad Vashem, ma “il rispetto reciproco e la responsabilità sociale”, salutato dal premier Benjamin Netanyahu sul sito dell`organizzazione come simbolo della “tolleranza universale che darà ai visitatori una maggiore comprensione della storia del nostro popolo e della necessità di valori condivisi per un futuro comune”.
La petizione firmata nel 2011 da 84 archeologi internazionali per bloccare la distruzione del cimitero, prova a loro dire del “fallimento nel sostenere, con imparzialità e giustizia, gli stessi standard etici, religiosi e archeologici nei confronti dei siti di sepoltura degli ebrei e dei non-ebrei“ era stata vana. Cosi come la causa intentata dall`organizzazione “Al-Aqsa Foundation for Waqf and Heritage” presso la Corte suprema israeliana, respinta a gennaio del 2011 in virtù della legge di espropriazione del 1950 (Legge sulla proprietá degli assenti) e delle accuse mosse dalla municipialità e dalla ILA, secondo le quali la fondazione Al-Aqsa avrebbe costruito finte tombe, come riportato dal Middle East Monitor.
Da allora, i lavori per questo progetto da 250 milioni di dollari procedono, sebbene a rilento, e si stima che più di 1500 sepolcri siano stati ad oggi distrutti. Con il nuovo piano di ampliamento del sito di costruzione gestito dalla società municipale Eden, affiliata all`authorithy israeliana per lo sviluppo, Israele assicura così il necessario dinamismo al settore edile, secondo fonti OECD in costante crescita percentuale sul PIL nazionale. Nena News
Pingback: GERUSALEMME. Nuovo cemento su Mamilla - VoxPopuli.org