Nella nostra consueta rubrica del sabato, vi portiamo anche in Etiopia dove continua ad essere altissima la tensione nelle regioni dell’Amhara e in quella di Oromia e in Tanzania dove, a partire dal prossimo aprile, verrà fornita la vaccinazione contro il cancro cervicale alle ragazze di età compresa tra 9 e 13 anni
di Federica Iezzi
Roma, 27 gennaio 2018, Nena News –
Camerun
La libertà di pensiero sul web nelle regioni anglofone camerunensi è ridotta ai minimi termini. Bloccati tutti gli accessi ai social media, per la secondo volta in un anno. L’intera società anglofona del Paese è stata colpita. L’istruzione, i trasferimenti di denaro, l’assistenza sanitaria e le imprese.
Molti politici di lingua inglese hanno denunciato, dall’inizio del 2018, atti arbitrari di violenza, uccisioni, demolizioni di case, dell’esercito camerunese nella zona anglosassone del Paese. Per anni definita come ‘L’Afrique in miniature’ oggi il cuore dei conflitti in Camerun fanno capo a un dibattito sul potere politico: chi lo ha, chi lo vuole, chi se lo merita.
Per decenni, molti paesi della regione sono stati tenuti insieme in modo precario da uomini forti che hanno mantenuto il controllo sul dissenso e sui diritti delle minoranze. Ma sempre più, dal Gambia al Togo al Gabon, una nuova generazione di attivisti chiede diversi sistemi democratici, con l’obiettivo di integrare i gruppi di minoranza da lungo tempo spinti verso le periferie.
I dissensi in Camerun sono iniziati nell’autunno del 2016, quando avvocati e insegnanti delle regioni anglofone hanno iniziato a protestare contro la nomina di oratori francesi nelle scuole e nei tribunali delle loro regioni. La risposta della polizia alle proteste si è presto trasformata in violenza. Secondo quanto dichiarato dall’UNHCR, almeno 10.000 camerunensi di lingua inglese sono fuggiti oltre confine.
Repubblica Democratica del Congo
Gruppi armati non identificati avrebbero commesso omicidi arbitrari, violenze e rapimenti ai danni di civili in fuga nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Secondo i dati delle Nazioni Unite le violenze hanno spinto oltre il confine più di 10.000 persone dall’inizio dello scorso dicembre. Il numero di sfollati interni nel Paese supera 1,7 milioni. Molti civili si sono riversati nei distretti ugandesi di Kanungu, Kisoro e Bundibugyo.
I decenni di conflitti tra esercito e ribelli, aggravati da nuove insurrezioni e tensioni politiche, ha lasciato 400.000 bambini sulla soglia della malnutrizione nella regione del Kasai.
Etiopia
Continuano le violente proteste nelle regione settentrionale dell’Amhara e in quella di Oromia, in Etiopia, dove permane una forte presenza militare. Le manifestazioni anti-governative non si fermano dal 2015. Per placare la violenza, Addis Abeba ha imposto uno stato di emergenza nazionale nell’ottobre 2016, misura poi revocata nell’agosto 2017.
Tanzania
Secondo il Ministero della Salute tanzaniano, a partire dal prossimo aprile verrà fornita la vaccinazione contro il cancro cervicale, alle ragazze di età compresa tra 9 e 13 anni, sessualmente inattive come prevenzione. Il cancro cervicale è il quarto tumore più comune nelle donne in tutto il mondo.
La Tanzania è tra i Paesi che hanno beneficiato del supporto GAVI (Alleanza Globale per i Vaccini e le Immunizzazioni) per portare avanti i programmi di dimostrazione del vaccino che mirano a lanciare l’immunizzazione a livello nazionale.
Le statistiche dell’Ocean Road Cancer Institute hanno mostrato che un decimo dei 72.000 nuovi casi di cancro cervicale e 56.000 decessi a questo correlato, registrati nei paesi dell’Africa Sub-Sahariana segnalati nel 2000, si sono verificati in Tanzania. Dunque in Tanzania si ammalano più di 50 donne ogni 100.000. Nena News
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