La nostra rubrica sul continente africano vi porta anche in Tanzania dove il partito al potere ha stravinto alle elezioni
di Federica Iezzi
Roma, 30 novembre 2019, Nena News –
Repubblica Democratica del Congo
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha disposto lo spostamento del suo personale sanitario dalle aree della Repubblica Democratica del Congo colpite da ebola, a causa della crescente insicurezza. Si parla di 49 dipendenti “non essenziali” dell’OMS trasferiti dalla città di Beni, nella provincia del Nord Kivu. 71 sanitari rimangono invece sul posto per garantire il minimo supporto alla risposta della crisi legata all’epidemia di ebola.
Centinaia di manifestanti hanno preso di mira le strutture delle Nazioni Unite nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. L’aumento della rabbia civile è legata al fallimento delle organizzazioni internazionali nell’impedire attacchi mortali ai civili da parte dei ribelli.
I residenti rimangono indignati per il fatto che i ribelli continuano a compiere attacchi mortali nonostante la presenza delle forze di pace delle Nazioni Unite e delle forze di sicurezza del Paese.
L’esercito della Repubblica Democratica del Congo ha avviato la sua ultima campagna lo scorso ottobre per sradicare i combattenti che operano nella regione che è stata travolta da decenni di instabilità. Tuttavia, la missione non è stata in grado di prevenire una serie di sanguinosi attacchi ai civili. Si stima che negli ultimi anni gruppi armati abbiano ucciso centinaia di civili e forze di sicurezza nelle aree nord-orientali del Paese.
Tanzania
Il partito al potere in Tanzania ha guadagnato quasi tutte le oltre 330.000 posizioni di leadership locale in palio all’ultimo voto. I gruppi di difesa per i diritti umani accusano il presidente John Magufuli di una sempre più crescente repressione.
I candidati del partito al governo Chama Cha Mapinduzi (CCM) hanno vinto oltre il 99% delle 12.000 presidenze di villaggio contestate, nonché le oltre 4.000 posizioni di leadership di strada del Paese.
Chadema, il principale partito di opposizione, ha dichiarato all’inizio di questo mese che non avrebbe preso parte alle elezioni a causa di presunte manipolazioni del governo. Diversi altri partiti minori hanno aderito al boicottaggio. Quattro delle 26 regioni continentali della Tanzania non hanno tenuto sondaggi a causa del boicottaggio dell’opposizione.
Nel precedente scrutinio locale nel 2014, il CCM ha vinto tre quarti dei seggi e Chadema ha raccolto il 15% dei consensi.
In un Paese in cui i dati politici affidabili e indipendenti sono scarsi e i media sono sempre più minacciati, gli analisti hanno affermato che i sondaggi locali potrebbero essere non veritieri per le elezioni presidenziali, parlamentari e del consiglio previste nel 2020.
Guinea Bissau
Il conteggio dei voti delle ultime elezioni presidenziali è ancora in corso in Guinea-Bissau, per il quale molte speranze sono legate alla stabilità del Paese dell’Africa occidentale dopo anni di turbolenze politiche. Oltre 760.000 elettori si sono registrati per prendere parte al sondaggio, frazionato tra 12 candidati.
Circa 6.500 forze di difesa e di sicurezza sono state dispiegate per garantire la sicurezza durante il processo. Attualmente non sono stati segnalati incidenti negli oltre 33.000 seggi elettorali.
Il presidente Jose Mario Vaz cerca la rielezione, deve affrontare una dura opposizione, dopo un primo mandato segnato da scontri politici licenziamenti illeciti.
Vaz, che è al potere dal 2014, è stato il primo presidente eletto democraticamente in un Paese segnato da colpi di stato e tentati colpi di stato, dall’indipendenza dal Portogallo nel 1974, il più recente dei quali nel 2012.
Sebbene non siano stati resi pubblici sondaggi d’opinione affidabili, uno dei principali sfidanti di Vaz è Domingos Simoes Pereira, un ex primo ministro il cui licenziamento nel 2015 ha scatenato anni di scontri politici. Se al voto nessun candidato riceve più del 50% delle preferenze, il 29 dicembre prossimo si terrà il ballottaggio tra i primi due candidati.
Il prossimo presidente erediterà importanti sfide tra cui la povertà diffusa e un sistema politico instabile in cui il partito di maggioranza nomina il governo ma il presidente ha il potere di respingerlo. Anche la corruzione occupa le prime posizioni tra le preoccupazioni del Paese. La Transparency International ha classificato la Guinea-Bissau, per indice di corruzione, 172 su 180 Paesi nel 2018. Nena News
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