La nostra rubrica sul continente africano vi porta oggi in uno degli stati con maggiore crescita al mondo (tra l’8,3% e il 8,9%). Nel 2017 la produzione del petrolio è balzata a circa 60 milioni di barili, con un conseguente aumento delle esportazioni di “olio nero” del 124% rispetto all’anno precedente
di Federica Iezzi
Roma, 20 aprile 2019, Nena News – Secondo la Banca Mondiale, la Banca africana di sviluppo, il Fondo Monetario Internazionale e il Brookings Institution, quest’anno il Ghana sarà deputato ad avere una delle economie a crescita più rapida del mondo. Lo scorso ottobre, il Fondo Monetario Internazionale ha ridotto le sue previsioni di crescita globale al 3,7% per il 2018 e il 2019.
Ciò significa che, dopo un buon periodo di solida crescita, il mondo sta affrontando un periodo in cui si stanno materializzando rischi significativi. Ad esempio, molte economie in via di sviluppo stanno affrontando pressioni da un dollaro statunitense più forte, inasprimento delle condizioni di mercato e aumentate tensioni commerciali.
Negli anni ’80, la nazione dell’Africa occidentale ha attraversato una pesante crisi, paralizzata dalla fame dopo una serie di colpi di stato militari. Dalle elezioni pacifiche dal 1992 le prospettive economiche sono cresciute anche alla luce di importanti giacimenti petroliferi offshore.
E il petrolio non è l’unica risorsa che aiuta a guidare l’economia del Ghana. Il cacao è l’altra taglia naturale del Paese, che sostiene il settore agricolo, il quale alla fine dello scorso anno ha registrato il miglior trimestre di crescita dal 2010. La sua prevista crescita tra l’8,3 e l’8,9%, potrebbe superare l’India, con il suo settore tecnologico in forte espansione, e l’Etiopia, che nell’ultimo decennio è stata una delle economie africane in più rapida crescita grazie all’espansione della produzione agricola e delle esportazioni di caffè.
Al contrario la crescita in settori come la finanza e l’assistenza sanitaria è diminuita, in parte perché gli investimenti pubblici sono stati limitati negli ultimi anni, al fine di correggere anni di spese eccessive. Dopo un iniziale boom petrolifero nel 2011, crescenti pagamenti di interessi sul debito pubblico hanno portato il Paese a un profondo deficit di bilancio quando i prezzi del petrolio sono crollati.
In ogni caso, secondo gli analisti, oggi il Ghana sembra essere tornato su una base di bilancio stabile. Mentre l’obiettivo a lungo termine è di diversificare l’economia, la ragione principale dietro l’attuale ottimismo in Ghana è ancora il petrolio.
Negli ultimi 18 mesi, altri due importanti giacimenti petroliferi al largo della costa ghanese hanno iniziato la produzione. Secondo le statistiche della banca centrale, nel 2017 la produzione è balzata a circa 60 milioni di barili, con un conseguente aumento delle esportazioni di petrolio del 124% rispetto all’anno precedente. Inoltre a settembre, il Ghana ha vinto una disputa sul confine offshore con la vicina Costa d’Avorio, che dovrebbe aprire la strada a ulteriori esplorazioni petrolifere. Lo scorso gennaio ExxonMobil, una delle principali compagnie petrolifere statunitensi, ha firmato un accordo esplorativo con il governo di Nana Akufo-Addo.
Esiste un risvolto negativo: se la valuta del Ghana si rafforza come risultato delle esportazioni di petrolio, potrebbe mettere i produttori nazionali in svantaggio rispetto alle importazioni e portare a un rallentamento degli investimenti produttivi. Chiaramente il boom economico dovrà tramutarsi in posti di lavoro di alta qualità e crescita sostenibile. Per le strade della capitale Accra, dove la popolazione è aumentata di quasi un milione nell’ultimo decennio, continuano a riversarsi persone in cerca di lavoro.
In tutta la nazione, molti cittadini comuni si sentono esclusi dall’espansione economica. Il tasso di disoccupazione, sebbene inferiore alla media del 7,4% dell’Africa sub-sahariana, è aumentato dal 4% nel 2011 al 5,8% l’anno scorso, secondo la Banca Mondiale. Tra i giovani, il tasso di disoccupazione è pari all’11,5%. Di contro negli ultimi due decenni, i livelli di estrema povertà sono diminuiti di oltre due terzi, l’aspettativa di vita è aumentata del 10% e il reddito pro capite reale è cresciuto di oltre l’80%. Nena News
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