In assenza dei Fratelli Musulmani (banditi) e con il possibile boicottaggio del movimento Corrente Popolare, il presidente al-Sisi è sicuro di vincere. Le elezioni potrebbero sancire definitivamente il rientro trionfale degli uomini del vecchio regime
della redazione
Roma, 9 gennaio 2015, Nena News – Tra marzo e aprile, quasi tre anni dopo la sua dissoluzione da parte della Corte Costituzionale e due anni dopo il colpo di stato che ha deposto l’ex presidente eletto Mohamed Morsi, gli egiziani saranno chiamati a eleggere un nuovo Parlamento. Lo ha annunciato l’ufficio del presidente Abdel Fattah al-Sisi, spiegando che l’organizzazione delle elezioni parlamentari dimostra “l’impegno del governo nei confronti della democrazia”.
L’Assemblea del Popolo è composta da 567 seggi, con 420 eletti individualmente e 120 attribuiti alla coalizione vincente con sistema maggioritario con quote per donne, cristiani e giovani, mentre i seggi rimanenti sono nominati dal presidente. Ma nel giugno del 2012, con i partiti islamisti (Fratelli Musulmani, salafiti e partito islamista centrista Wasat, ndr) che dominavano l’Assemblea con 233 seggi in totale, pari a circa il 75%, più altri 166 seggi attribuiti con il sistema maggioritario, la Corte Costituzionale aveva annullato il risultato della tornata elettorale di fine 2011-inizio 2012: secondo i giudici, l’elezione di un terzo dei parlamentari era stata illegale.
In particolare, a finire nel mirino della Corte erano stati gli articoli della legge elettorale che prevedevano il metodo maggioritario per l’elezione di un terzo dei deputati. Una sentenza che aveva portato allo scioglimento dell’intero parlamento egiziano, a sanguinosi scontri tra sostenitori e detrattori degli islamisti e all’inizio della riconquista della vita politica egiziana del post rivoluzione da parte della giunta militare, allora guidata da Hussein Tantawi, conclusasi con il golpe che ha deposto Morsi nel luglio 2013.
In assenza dei Fratelli Musulmani, banditi oltre un anno fa dalla vita politica con decreto governativo, e con il movimento Corrente Popolare, guidato dall’ex candidato presidenziale Hamdeen Sabahi, intenzionato a boicottare le elezioni parlamentari per protestare contro il clima politico, la sensazione è che il blocco politico del presidente al-Sisi sia al sicuro. Ma le elezioni potrebbero soprattutto sancire il rientro trionfale degli uomini del vecchio regime, il cui Partito Democratico Nazionale (NDP) era stato sciolto dalla Corte Costituzionale all’indomani della deposizione del rais e riabilitato sei mesi fa. Secondo una sentenza del Tribunale d’appello emessa lo scorso luglio, infatti, la corte bassa non ha il potere di bandire partiti o persone dalle elezioni nazionali. Quindi gli uomini di Mubarak potrebbero tornare ufficialmente alla vita politica, uno schiaffo in faccia a tutti quegli egiziani scesi in piazza e morti per porre fine a 30 anni di regime. Nena News
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