Uccisione di un poliziotto e fuga dalla prigione: con questi due capi d’accusa due tribunali egiziani hanno condannato ieri alla pena capitale 31 membri della Fratellanza Musulmana. In serata, intanto, una esplosione vicino all’aeroporto del Cairo ha causato il ferimento di 31 persone. Non si tratterebbe di un attentato
della redazione
Roma, 13 luglio 2018, Nena News – Ieri due tribunali egiziani hanno condannato 31 persone a morte in due casi separati: il primo che riguarda l’uccisione di un poliziotto e di una guardia di sicurezza nel 2015 e il secondo relativo a una fuga dalla prigione avvenuta nel 2016. A dare la notizia sono stati i media egiziani.
Secondo quanto riferisce l’agenzia Mena, il tribunale di el-Zagazig (città nel Delta del Nilo), ha sentenziato a morte 18 persone per la morte del poliziotto e della guardia. Mena scrive che gli imputati, che sono stati anche ritenuti colpevoli di istigazione alla violenza contro le istituzioni statali, erano membri della Fratellanza Musulmana, organizzazione bandita in Egitto dopo il golpe militare compiuto dall’ex generale (e attuale presidente) al-Sisi.
La corte penale di Ismailiyah, invece, ha comminato la pena capitale a 13 “islamisti radicali” per essere evasi dalla prigione nell’ottobre del 2016. Sette degli imputati sono stati condannati in contumacia. Centinaia di migliaia di persone, accusate di essere sostenitrici della Fratellanza nonché dell’ex presidente islamista Morsi, sono state duramente represse dal regime di al-Sisi: decine di loro sono stati giustiziati secondo quanto affermano alcune organizzazioni per i diritti umani. In un suo rapporto pubblicato a inizio anno, ad esempio, Amnesty International ha detto che l’Egitto ha giustiziato 35 persone nel 2017 e ne condannato a morte 402, un record nel nord Africa e Medio Oriente.
Il pugno duro contro i “nemici” interni procede di pari passo con le manovre di austerity portate avanti dal governo egiziano. Lo scorso giugno il Cairo ha annunciato nuovi tagli ai sussidi sull’elettricità e l’aumento delle bollette per la corrente elettrica per ottemperare ai diktat del Fondo Monetario Internazionale che, in cambio di un prestito da 12 miliardi di dollari, sta imponendo da due anni al Paese una finanziaria “lacrime e sangue”. I rincari scattati dal primo luglio hanno previsto un aumento medio del 26%: secondo quanto affermato lo scorso mese dal ministro dell’Elettricità Mohamed Shaker, i costi saliranno del 41,8% per le industrie e del 20,9% per le famiglie. I sussidi, spiegò allora il ministero, scompariranno definitivamente nell’anno fiscale 2021-2022.
Secondo gli esperti, queste manovre provocheranno un ulteriore aumento del tasso di inflazione, scesa il mese scorso all’11% dopo anni alle stelle. Nel 2017 si erano toccati livelli ben oltre il 30% con picchi sopra il 40% per i beni di prima necessità tra cui cibo e carburante. Contemporaneamente, il valore della sterlina egiziana era crollato del 50%, riducendo così i salari della popolazione e provocando un grave aumento del tasso di povertà.
Ieri sera, intanto, 12 persone sono rimaste ferite in seguito ad una esplosione avvenuta in una struttura chimica vicino all’aeroporto del Cairo. Secondo le autorità, la deflagrazione, le cui fiamme si sono viste anche da lontano, sarebbe stata causata dalle “alte temperature” presenti nel magazzino del carburante. Scongiurata pertanto la pista del terrorismo. I feriti sono stati portati in ospedale. Al momento non è chiaro quali siano le loro condizioni. Nena News