Prima proiezione ieri di Black Panther in un multisala di Riyadh. Esulta l’industria cinematografica di fronte alle aperture del “riformatore” bin Salman
della redazione
Roma, 19 aprile 2018, Nena News – Tappeto rosso, confetti e tanti giornalisti: c’era tanta attesa ieri a Riyadh per l’apertura del primo cinema commerciale in Arabia Saudita dopo quasi 40 anni di divieto. Alla proiezione di Black Panther, che ha avuto luogo in un multisala della capitale saudita, hanno preso parte ufficiali del governo saudita, celebrità straniere e figure del mondo dell’industria cinematografica.
“I sauditi ora potranno andare in un bel cinema a vedere film nelle modalità con cui vanno visti: su un grande schermo” ha detto Adam Aron, l’amministratore delegato della Amc Entertainment Holdings, sfregandosi le mani per i possibili ricavi che ora il suo gruppo potrebbe ottenere nel regno wahhabita.
Già perché le autorità locali, per soddisfare le esigenze 32 milioni di persone (molti dei quali sono i 30 anni), stanno pensando di costruire 350 cinema con più di 2.500 schermi entro il 2030. L’obiettivo è ottenere ricavi annuali dal botteghino pari a 1 miliardo di dollari.
Secondo le prime indiscrezioni, nei cinema non dovrebbe avvenire la segregazione di genere come ancora avviene invece in molti luoghi pubblici in Arabia Saudita. Intervistato sull’argomento dalla Reuters, il ministro dell’informazione saudita, Awwad al-Awwad, ha detto che le sale saranno “simili a quelle in giro per il mondo”. Le prime proiezioni dovrebbero essere per famiglie e per i laureati. Non è ancora chiaro al momento quanto sarà presente la censura nei film: una fonte saudita ha detto che saranno giudicate “appropriate” le stesse versioni dei film proiettate a Dubai o in Kuwait.
Si torna dunque in sala dopo che il regno aveva vietato i cinema agli inizi degli anni ’80 sotto pressione dei religiosi wahhabiti (il wahhabismo, corrente dell’Islam tra le più rigide, è religione di stato in Arabia Saudita). Un bando che appariva quanto mai insensato dato che nelle case saudite i film di Hollywood e le serie tv occidentali sono assai diffusi e le proiezioni private di film sono state spesso tollerate.
L’apertura dei cinema è celebrata in Occidente come un altro successo del “modernista” e “riformatore” Mohammed bin Salman. Negli ultimi due anni il principe ereditario nonché figlio del re Salman aveva già rimosso alcune restrizioni sui concerti pubblici e aveva aperto alle donne alla guida. Nel suo recente tour americano, bin Salman era stato anche ad Hollywood dove, oltre ad alcuni pezzi grossi dell’industria dell’entertainment, ha incontrato anche alcune celebrità cinematografiche. Il tutto condito da sorrisi, strette di mano, feste e secondo alcuni, udite udite, perfino alcol.
E mentre la stampa occidentale mainstream festeggia l’ultima apertura del “modernista” bin Salman, dimentica o finge di non vedere come queste aperture siano solo fumo negli occhi per nascondere i crimini commessi dal regime saudita. Proprio questo “giovane” principe, infatti, è fautore della mattanza yemenita (senza effetti speciali), del finanziamento e sostegno di gruppi jihadisti in Siria, complice della repressione nel vicino e alleato Bahrain e ideatore dell’embargo al rivale “Qatar”. Oltre ad essere tra i più accaniti sostenitori dello scontro con l’Iran (insieme a Israele, a cui, “il riformatore”, ha riconosciuto recentemente il “diritto alla patria”). Senza dimenticare poi il duro giro di vite sul piano interno contro qualunque voce di dissenso, le 100 e più persone giustiziate con pena capitale ogni anno. Ad essere state vittime delle purghe di stato (secondo alcuni rapporti anche con torture fisiche), sono state anche centinaia di ricchi principi, molti dei quali rinchiusi per settimane (se non per mesi) nelle “prigioni” d’oro del Ritz-Carlton hotel di Riyadh. Insomma quisquiglie: apre di nuovo il cinema! Nena News