Secondo la Tass, è atteso a breve l’annuncio di Riad che guida la coalizione di Paesi arabi che da marzo bombarda il Paese. L’Onu ha dichiarato lo stato di emergenza umanitaria
della redazione
Roma, 3 luglio 2015, Nena News – Mentre in Yemen si continua a combattere e a bombardare, l’inviato russo alle Nazioni Unite, Vladimir Safronkov, parla di una possibile tregua umanitaria che l’Arabia Saudita potrebbe annunciare a breve.
Una pausa ai combattimenti tra le forze fedeli al governo in esilio del presidente Abedrabbo Mansour Hadi, sostenute militarmente da Riad, e i ribelli sciiti Houthi. Una guerra che sta mietendo centinaia di vittime e che ha ridotto alla fame la popolazione del Paese considerato il più povero del Medio Oriente.
Safronkov ha riferito all’agenzia russa Tass che i colloqui di ieri tra il governo e il Consiglio di Sicurezza sono stati costruttivi: “I membri del Consiglio di Sicurezza concordano sul fatto che non c’è una soluzione militare e hanno chiesto al governo yemenita di riprendere il negoziato politico”.
Una tregua è stata invocata ieri anche dal Dipartimento di Stato Usa, mentre mercoledì scorso l’Onu ha dichiarato lo stato di emergenza umanitaria in Yemen, ricordando che il 90 per cento della popolazione ha bisogno di immediata assistenza.
Ma di tregua umanitaria si è parlato altre volte, da quando a marzo la coalizione di Paesi arabi guidata dall’Arabia Saudita ha iniziato la campagna militare nel Paese della Penisola arabica, considerato da Riad il suo giardino di casa. Un accordo sulla fine dei combattimenti nel mese del Ramadan, iniziato a metà giugno, è stato negoziato senza esito a Ginevra sotto l’egida dell’Onu, ma l’intransigenza delle parti ha fatto saltare il tavolo e il mese sacro islamico è bagnato dal sangue di migliaia di yemeniti: sono circa tremila i morti, secondo le Nazioni Unite.
Ieri le bombe della coalizione e gli scontri hanno fatto morti ad Aden, città portuale del Sud, dove oggi gli Houthi hanno colpito la raffineria del porto. Al Nord l’aviazione saudita ha colpito le basi degli Houthi. Anche oggi si combatte nella capitale Sana’a.
Mentre i lealisti e i ribelli combattono, continuano le missioni dei droni Usa contro al Qaeda, la cui filiale yemenita è considerata la più forte e pericolosa dell’organizzazione. Raid che però non risparmiano i civili. E intanto i qaedisti e i jihadisti approfittano del conflitto per guadagnare terreno, e consenso, nel Paese. A fine giugno l’Isis ha rivendicato un attentato con un’autobomba a Sana’a contro due leader Houthi, in cui sono morte 28 persone. Nena News
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