Almeno due bombardamenti all’alba in risposta, dice l’esercito di Tel Aviv, al lancio di un razzo dalla Striscia. Intanto crescono le voci riguardo un negoziato segreto per uno scambio di prigionieri
della redazione
Roma, 27 giugno 2017, Nena News – All’alba di questa mattina l’aviazione israeliana ha lanciato almeno due raid aerei sulla Striscia di Gaza, a Rafah e Gaza City. Secondo fonti locali non si sono registrate vittime né feriti.
La giustificazione data dall’esercito israeliano è il lancio di un razzo nella tarda serata di lunedì, caduto in un’area vuota a sud del paese. È dal cessate il fuoco dell’estate del 2014, che pose fine alla durissima operazione israeliana Margine Protettivo, che Hamas non lancia razzi verso Israele. Al contrario, ha controllato la Striscia per impedire azioni simili ed è intervenuta per punire i responsabili, considerati membri di gruppi armati più piccoli.
In questo caso, da fonti locali si apprende che il razzo potrebbe essere stato lanciato da un piccolo gruppo salafita, ma conferme non ce ne sono. Il portavoce di Hamas, Fawzi Baroud, ha invece accusato Israele di montare accuse false per poter attaccare Gaza.
In ogni caso Tel Aviv considera il governo de facto di Gaza responsabile a prescindere e esponenti del governo e del mondo politico israeliano hanno più volte reiterato la convinzione che Hamas stia preparando una nuova “guerra” contro Israele. Congetture che non trovano conferme nella realtà attuale del movimento islamico palestinese, stretto in una dura crisi dovuta all’isolamento regionale, crisi che è militare ma soprattutto economica e politica, resa ancora più evidente in questi giorni dal taglio dell’elettricità imposto da Anp e Israele.
E mentre Hamas si riavvicina al nemico di sempre, Mohammed Dahlan, ex capo della sicurezza di Fatah nella Striscia, per poter ottenere dall’Egitto carburante per l’impianto elettrico, si vocifera anche di un negoziato segreto con Israele per uno scambio di prigionieri. A riportarlo è il quotidiano israeliano Times of Israel, secondo il quale un terzo attore sta facendo da mediatore tra le parti. Forse l’Egitto in cui il nuovo leaderdi Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, si sarebbe recato all’inizio di giugno.
Già a febbraio fonti interne ad Hamas avevano rivelato di un negoziato in corso, poi fallito per la mancata accettazione da parte israeliana delle richieste di Hamas. Nena News