Secondo l’agenzia di Stato siriana, gli attacchi israeliani hanno provocato quattro vittime e 21 feriti. Colpite le periferie di Homs e Damasco. L’attacco arriva a pochi giorni dall’accusa russa a Tel Aviv: “Siete voi la vera minaccia alla pace”
della redazione
Roma, 1 luglio 2019, Nena News – L’ultimo attacco israeliano in Siria, accusa il governo di Damasco, ha ucciso quattro civili, compreso un bambino, e ne ha feriti 21.
Questa mattina l’agenzia di Stato siriana Sana ha riportato del lancio di missili da aerei da guerra israeliani alle periferie di Homs e Damasco. La contraerea siriana ha risposto abbattendo alcuni missili, aggiunge l’esercito secondo cui l’attacco sarebbe partito dallo spazio aereo libanese. Tel Aviv non commenta: “Non parliamo di simili rapporti”, si è limitata a dire la portavoce dell’esercito israeliano, solo ultimamente più loquace nel rivendicare attacchi del genere dopo decenni di silenzi e no comment.
Dà altri dettagli l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong vicina alle opposizioni e parte del fronte anti-Assad fin dal 2011, basata a Londra: i missili avrebbero preso di mira una decina di obiettivi tra cui un centro ricerche e un aeroporto militare a ovest della città di Homs, dove sono dispiegate forze russe e di Hezbollah, mentre nella capitale sarebbe stata colpita la base della 91° Brigata, dove stazionano i pasdaran iraniani, e un altro centro di ricerca a Jamraya, 10 chilometri a nord-ovest di Damasco, che ospita il Centro siriano di studi scientifici.
Sono ormai centinaia negli ultimi anni le operazioni aeree israeliane in Siria, oltre mille secondo lo stesso esercito di Tel Aviv che ne parlò apertamente lo scorso anno e di nuovo questo gennaio. A essere prese di mira postazioni iraniane, del movimento libanese Hezbollah ma in alcuni casi anche basi dove stazionano le forze russe.
La politica dietro gli attacchi è cristallina: spingere verso un intervento più ampio che costringa Teheran a ritirarsi dalla Siria, con il sostegno degli Stati Uniti del presidente super anti-iraniano Trump. Una politica che però non sta producendo gli effetti previsti: se è vero che l’Iran è duramente colpito dalle sanzioni americane e la sua economia è prossima al collasso, la Repubblica islamica non sta abbandonando la Siria dove ha investito per anni denaro e uomini. E Tel Aviv si trova di fronte la Russia, affatto intenzionata ad avallare le politiche belliche israeliane come dimostrato pochi giorni fa a Gerusalemme quando, al vertice dei consiglieri per la sicurezza, quello russo ha accusato Israele di essere la vera minaccia alla stabilità della regione. Nena News