L’accusa dell’organizzazione internazionale si basa su testimonianze dirette e video girati da locali. Tra i 405 e i 553 quelli uccisi da raid Usa, secondo l’associazione Airwars
della redazione
Roma, 23 dicembre 2015, Nena News – La guerra siriana continua a uccidere i civili, prime vittime dei tanti attori che hanno le mani nel caos mediorientale. Massacrati, schiavizzati, oppressi dallo Stato Islamico; controllati e ammazzati dai gruppi jihadisti che controllano ampie porzioni del territorio; uccisi nelle guerriglie urbane e negli scontri tra opposizioni e governo. Dal 2011 sarebbero 250mila le vittime civili del conflitto siriano.
Tra loro troppi sono quelli uccisi dai bombardamenti di Stati stranieri, quelli che intervengono ufficialmente per liberare la popolazione civile dalla guerra civile. Muoiono nei raid francesi, statunitensi, russi. Difficile fare un bilancio per l’ovvia reticenza della coalizione occidentale da una parte e del fronte guidato dalla Russia dall’altro.
A farne una stima è oggi Amnesty International che in un nuovo rapporto accusa Mosca di aver ucciso almeno 200 civili in 25 diversi attacchi, morti che possono essere considerati crimini di guerra perché morti in raid contro abitazioni, ospedali, luoghi pubblici. Il rapporto dell’organizzazione internazionale si riferisce al periodo che va dal 30 settembre (quando fu lanciata l’operazione aerea sulla Siria) alla fine di novembre. A denunciare gli attacchi sono gli stessi residenti che hanno raccolto immagini e video, poi raccolti da Amnesty accanto ad interviste telefoniche: un raid contro un convoglio umanitario nella città settentrionale di Azaz, un altro contro il mercato della verdura di Ariha, nella provincia di Idlib, alcuni esempi.
Mosca nega: i bombardamenti non colpiscono target civili. La stessa giustificazione che danno gli Stati Uniti. Ma secondo Amnesty la realtà è un’altra: “Alcuni raid russi sembrano diretti proprio ai civili o ad oggetti civili perché colpiscono aree residenziali senza evidenti target militari – accusa Philip Luther, direttore del programma dell’organizzazione in Medio Oriente e Nord Africa – Questi attacchi possono essere classificati come crimini di guerra”. Accuse a cui si aggiunge quella di utilizzare armi non convenzionali, vietate dal diritto internazionale, come le bombe a grappolo: secondo l’organizzazione, Mosca ne avrebbe usate la prima settimana di ottobre contro il campo profughi di Nuqeyr, a Idlib.
La questione tocca ovviamente anche il nemico-amico russo, gli Stati Uniti, da tempo accusati di avere tra le proprie vittime civili. Ieri il presidente Obama ha chiesto di rivedere le regole di ingaggio statunitensi per minimizzare le perdite civili. Difficile fare un bilancio dell’anno di operazione militare della coalizione: secondo l’organizzazione indipendente Airwars, si va dai 405 ai 553 civili morti in raid Usa in 76 diversi casi. Nena News